C'era una volta il Giulio Cesare. Liceo classico più grande d'Italia, teatro di conflitti di classe, scontri politici ma soprattutto: “Un'istituzione che contiene 80 anni del nostro Paese”, dice Antonello Sarno, giornalista e regista del documentario Giulio Cesare, Compagni di scuola, in programma oggi al Festival Internazionale di Roma e prodotto da R&C in collaborazione con Rai Cinema e Istituto Luce Cinecittà.
Testimone oculare della nascita Gianluigi Rondi, uno dei tanti ex alunni, che ricostruiscono pezzi del nostro passato. “C'è tutto: le prime lotte sindacali - prosegue Sarno - con Giorgio Benvenuti, il pre '68 con Chiara Ingrao, che non voleva indossare il grembiule nero, passando per gli anni '70 e superando il terrorismo”.
Omaggio affettuoso con punte divertenti quando il professore Tullio De Mauro ammette che il suo tallone d'Achille da studente del Giulio Cesare erano proprio le lingue morte. Una carrellata di volti, testimonianze e filmati d'epoca, come Mussolini all'inaugurazione nel '36, che riescono a restituire l'eccentricità di questo liceo, considerato di destra ma con un'anima a sinistra. “E' proprio questa caratteristica, spiega Sarno, a renderlo unico nel panorama non solo romano. Ed è anche il suo fascino, basta leggere i nomi di chi lo ha frequentato, da Marco Pannella a Serena Dandini alle nuove leve Thomas De Gasperi e Matteo Maffucci (il duo musicale noto come Zero Assoluto), per capire che è stato molto più di una vetrina per il nostro Paese”.
La suggestione di Sarno è arrivata, come per altri lavori (vedi Venezia '75) da un'emozione musicale: Compagno di scuola di Antonello Venditti, anche lui protagonista del documentario ed ex allievo del Giulio Cesare.