"Laura Harring mi ha ispirato nel profondo: senza di lei il mio film avrebbe un volto diverso". A parlare è Lamberto Bava, che ha scelto l'interprete di origini messicane per incarnare il mistero di Ghost Son, che esce in 70 sale il 4 maggio distribuito da Moviemax. Attrice-feticcio di David Lynch, per il quale si è lasciata intrappolare nel delirio identitario di Mulholland Drive e in cameo "conigliesco" nel recente INLAND EMPIRE, la Harring viene trasportata in quella che Bava definisce "una casa al centro del nulla in Sudafrica, abitata da un'aura inquietante". "Avevo indicato Laura tra le 6-7 attrici che avrei voluto per quella parte", dice Bava. "A Cannes ha letto la sceneggiatura, ne è rimasta colpita e ha accettato subito. Una grande professionista e musa preziosa: lavorare con lei è stato un autentico privilegio", prosegue il regista che "per fare un'opera internazionale" ha voluto anche John Hannah (Sliding Doors) e Pete Postlethwaite (Nel nome del padre). Un horror sui generis, programmaticamente fuori dagli schemi, che riflette il percorso artistico e professionale di Lamberto, figlio del maestro Mario Bava: "Dopo Demoni (1985), ho capito che mi interessava di più il discorso televisivo, e ho avvicinato il grande pubblico al fantastico. Ma l'Italia ha detto addio alla fantasia, ha scelto la nuvola nera: oggi non mi farebbero più fare Fantaghirò, regna il reality, è un fatto di "cultura". Se cambiassi genere, sarebbe più facile girare, ma ho deciso di rimanere una pecora nera". Una "pecora" fuori dal gregge, che non rinuncia a lottare: "Anni fa quando uscì Ghost, pensai che non sarebbe stato male fare un horror bonario. E mi sono chiesto: che succederebbe se la storia partisse dal finale di Ghost? Scrissi trenta pagine, e poi a quattro mani con Silvia Ranfagni ne venne fuori una sceneggiatura prettamente al femminile". Coprodotto da Italia, Spagna, Sudafrica e Inghilterra e girato nei pressi di Durban, Ghost Son nasce quale storia d'amore che vuol continuare dopo la morte di uno dei due amanti: "Ho sfiorato una delle credenze animistiche dello Zululand: la giovane Stacey (Laura Harring) ha un figlio, non è chiaro se concepito prima o dopo la morte del compagno Mark (John Hannah), che vorrebbe tornare da lei, ma non può. L'unica residua possibilità di incontro è che anche lei muoia…". Girato in presa diretta in inglese e quasi sempre di notte "con gli animali della savana che invadevano il set", Ghost Son "non è un horror, né un thriller paranormale, ma il racconto fantastico di un amore irreale e impossibile. Si tratta di un suspense film, e rappresenta in toto quello che oggi è il mio cinema".