"Il mio personaggio? Più interessante per chi lo fa, che per chi lo vede: un ruolo così è una benedizione per un attore". Parola di Elio Germano, protagonista del controverso Nessuna qualità agli eroi di Paolo Franchi, in uscita con Bim il 28 marzo in una ventina di copie. Di estrazione e ambientazione borghese, la storia ha due protagonisti: Bruno Ledeaux (Bruno Todeschini), in cattive acque finanziare e affettive - il rapporto con la moglie Anne (Irène Jacob), frustrato dalla sua sterilità inconfessa - e Luca (Elio Germano), figlio "problematico" del banchiere-usuraio nelle cui mani è finito Bruno. "Il mio Luca è tormentato - prosegue Germano -, si rifà alla storia del teatro e della letteratura, da Edipo Re a Shakespeare e Dostoevskji: un personaggio così dimostra che il cinema non è solo un modo per apparire o per far guadagnare qualcuno". Sottoscrive pienamente il regista Paolo Franchi: "Difficile fare cinema così in Italia, e non solo. Al centro del film, è anche un discorso sull'arte e sul potere dell'arte, a cui, se tale, bisogna ribellarsi. Mi sono ispirato all'informale materica, Burri per intenderci: disgregazione e combustione, come i personaggi del film che si lacerano". "Abbiamo lavorato sul valore simbolico di questi quadri, non sui dipinti stessi" aggiunge Germano, mentre per il co-protagonista Bruno Todeschini "è stato importante entrare nell'universo del regista, conservando le mie emozioni: un approccio istintivo poi trasformato da Franchi". Sulla stessa lunghezza d'onda, Irène Jacob: "Sceneggiatura tra conscio e inconscio, realtà e irrealtà, sulla strada di Kafka e Dostoevskji. Avevo paura di essere solo una spettatrice passiva, invece nel mio personaggio ho trovato grande profondità: Franchi voleva andare nel buio, e grazie alla sua direzione è stato un piacere". Prodotto da ITC Movie, Bianca Film, Ventura Film, Rai Cinema e Mediaset ("Siamo riusciti a metterle insieme in un Paese diviso su tutto", dice Franchi), Nessuna qualità agli eroi - confessa Beppe Caschetto di ITC - "è stato un progetto di complessa gestazione: dopo aver visto il suo esordio La spettatrice, ho chiesto io a Franchi di poter produrre il film, anche per un riconoscimento personale nella storia. Un progetto senza una marca italiana: per questo forse e per il carattere di Franchi, prigioniero di una grandissima onestà intellettuale, è stato bastonato dalla critica". "Non esiste più la critica, ora sui giornali è solo colore", ribatte Franchi - Nessuna qualità agli eroi era stato accolto alla Mostra di Venezia da un coro di stroncature - che poi "spiega" il film: "Nessun gesto ha senso, nè perdonare nè uccidere: è un nichilismo respingente. Mi hanno accusato di freddezza perchè la mia è sofferenza vera e perciò raccontata con pudore". In chiusura, il regista rivela affinità elettive con Haneke e Dumont, mentre prende le distanze da Marco Bellocchio: "Di lui amo solo Il diavolo in corpo, grazie al contributo dello psicanalista Massimo Fagioli, per cui nutro profonda stima".