"E' un film davvero importante questo, e non perché parla della storia di mia sorella, ma perché dà alle persone la possibilità di riflettere sull'argomento".

A parlare è Francesco Verde, fratello di una vittima innocente di camorra: Gelsomina Verde. La ragazza, "colpevole" di essere stata legata sentimentalmente per un breve periodo al killer Gennaro Notturno detto 'o Sarracino, aveva solo ventuno anni quando nel 2004 fu sequestrata, torturata e uccisa dalla camorra durante la faida di Scampia. 

Ecco, la sua storia ce la racconta il regista Massimiliano Pacifico in Gelsomina Verde, film da lui cosceneggiato insieme a Dario De Natale, con la consulenza del fratello di Gelsomina e di Gianluca Arcopinto, che lo ha anche prodotto insieme a Daniele Guaglianone. 

"E' un film coraggioso, un ibrido tra documentario, con forti immagini di repertorio, e lungo di finzione. Non mostra una tesi, ma espone le contraddizioni di una vicenda davvero complessa", dice Pacifico, che è anche drammaturgo, e che ha scelto di raccontare questa storia attraverso una pièce di teatro. A Polverigi, sede di un importante festival di teatro, viene portato avanti questo progetto teatrale fortemente voluto da Davide Iodice, Cinque gli attori scelti per mettere in piedi lo spettacolo: Pietro Casella, Giuseppe D'Ambrosio, Margherita Laterza, Francesco Lattarulo, Maddalena Stornaiuolo (e lo stesso Francesco Verde). Lavoreranno per due settimane in una full immersion che li porterà, e ci porterà, a scoprire chi era Gelsomina, anzi Mina come veniva chiamata nel quartiere, dove lavorava in una pelletteria e aiutava i bambini a studiare.

"Questo film non ha la sua storia, ma ha il suo profilo. La camorra ha ucciso Gelsomina, mentre noi siamo stati uccisi dal giudizio e dal pregiudizio delle persone che non sapevano, ma che allo stesso tempo parlavano. Lei diceva sempre che la libertà te la dava la cultura perché ti permette di scegliere", spiega Francesco Verde.

Prodotto da Lama Film, Bartleby Film e Raicinema, il film sarà distribuito dal 29 aprile sulla nuova piattaforma on demand di cinema indipendente 1985.cloud. "E' un film importante- dice Gianluca Arcopinto-. Un cinema politico che fa ragionare e che affronta il tema del rapporto tra lo Stato e le famiglie delle vittime. Ha avuto una lunga gestazione. L'idea è nata nel 2013 quando fui chiamato per la prima stagione di Gomorra. Lì entrai in contatto con Scampia e in quel territorio mi sono ritrovato a costruire un laboratorio che doveva produrre cinque cortometraggi, una sorta di controcampo di Gomorra. Il corto che ricostruiva la vicenda di Gelsomina Verde si intitolava 114 (perché lei è stata la 114esima vittima di camorra) e lì ebbi la fortuna di incontrare il fratello di Gelsomina. E' un film piccolo, ma è uno dei più importanti della mia carriera. Spesso i colpevoli di mafia e camorra vengono individuati, ma solo i familiari delle vittime scontano un fine pena mai".

Infine conclude Maddalena Stornaiuolo: "E' un film necessario. Io lo sento in modo particolare perché sono nata e cresciuta in quel territorio, che per fortuna piano piano sta cambiando. Abbiamo provato a restituire dignità a Gelsomina e a tutta la famiglia cercando di restituire e di raccontare una verità senza filtri".