Il magmatico Gomorra di Roberto Saviano, viaggio nell'impero del crimine organizzato, era una scommessa quasi impossibile da vincere, eppure nelle mani di Matteo Garrone si è trasformato in una fotografia rarefatta dell'Italia di oggi, un film sommesso con facce e luoghi scolpiti dalla violenza. Cinque storie incrociate con un prologo: una carneficina in un solarium. "Il volto della criminalità è cambiato negli ultimi decenni - dice Garrone -. Lo stesso mutamento, di tipo antropologico, che hanno subito i calciatori. La moda è sempre la 'griffe' ma l'ossessione è rivolta all'aspetto. Nella prima scena un gruppo di amici chiacchiera, e aspetta di fare manicure e massaggi. Poi scoppia il caos". Matteo, 39 anni e sei film all'attivo più qualche documentario, torna a Cannes a sei anni dall'Imbalsamatore, stavolta in concorso. Di Gomorra è contento, quasi entusiasta. "E' stato difficile, forse il più impegnativo dei miei lavori. Ci ho speso due anni però credo di aver evitato compiacimenti. Non faccio nomi o esprimo giudizi, lascio parlare i personaggi". Il cast è assortito, ci sono attori professionisti come Toni Servillo e Gianfelice Imparato (bravissimi), la cantante Maria Nazionale, altri presi dalla strada. "All'inizio avevo pensato a una sorta di Decalogo per la tv, poi Domenico Procacci (il produttore ndr) mi ha convinto - continua -. Il libro è molto ricco, era impossibile raccontare tutto".   Toni Servillo, che condividi con Sorrentino, è un personaggio cruciale: uno stakeholder, che si occupa dello smaltimento di rifiuti tossici. E' Franco, quello che cerca i vuoti da riempire, un uomo carismatico, simile ad alcuni dei nostri politici. Entriamo nella sua vita tramite Roberto, un giovane che lui introduce nel Sistema. Toni, è un attore intelligente, sa quando deve portare la scena o fare da spalla, inoltre ha una naturale vocazione per la commedia che nessun regista ha ancora assecondato.   Che fine ha fatto Pikachu, uno dei ragazzini di Secondigliano di cui parla Saviano? Si chiama Totò. Con la sua storia e quella di Don Ciro, il cosiddetto sottomarino che si prende cura di chi ha parenti in carcere, raccontiamo il meccanismo dello spaccio. Anello di congiunzione sono il condominio Le vele.   Con la musica hai fatto un lavoro particolare, sei andato addirittura in America, come mai? Dopo qualche tentativo ho capito che Gomorra rigettava qualsiasi tipo di commento, anche musicale. Tutto quello che sentiamo appartiene al film, che siano canzoni neomelodiche o urla di quartiere. Il lavoro l'ho fatto con Leslie Shatz, un sound designer che lavora con Gus Van Sant.   A Cannes ci sarà anche Angelina Jolie che, nel libro, il sarto Pasquale vede in tv con l'abito confezionato da lui... L'abbiamo sostituita con Scarlett Johansson. Siamo stati fortunati, anche lei sarà a Cannes col film di Allen.   Come definiresti Gomorra? Un film apocalittico, senza speranza.