Generalmente, per normali disturbi affettivi, sindromi dai nomi fantasiosi, ansie archeologiche, traumi ed eventuali la visita da un buon psicoanalista è consigliabile. Ma che cosa succede se il terapeuta è anche vostro padre? E' lo spunto di partenza di Tutta colpa di Freud, nono tassello in regia di Paolo Genovese (Immaturi, Una famiglia perfetta), pure autore del romanzo omonimo da cui prende le mosse il film, e che segna il suo debutto editoriale.  Lo psicanalista in questione è Francesco Taramelli (Marco Giallini, al secondo film con Genovese), barba “freudiana” e un bello studio nel centro di Roma. Peccato che la terapeutica poltrona sia occupata il più delle volte dalle sue tre figlie, Marta (Vittoria Puccini), Sara (Anna Foglietta) ed Emma (Laura Adriana), ciascuna con il suo bel fardello subcosciente di problemi che il padre/analista deve suo malgrado portare con loro. Nello specifico, Marta è una libraia che si innamora di un “cleptomane per giunta sordo” (Vinicio Marchioni); Sara una lesbica che, dopo l'ennesimo rapporto fallito con una donna, decide di tornare etero; Emma, una maturanda che ha perso la testa per un uomo che ha la stessa età del padre (Alessandro Gassman).  “Volevo dar vita a una commedia sentimentale al femminile – dichiara genovese – che raccontasse l'esperienza della diversità dentro una famiglia. La cosa divertente è che la famiglia in questione non potrebbe avere mentalità più aperta, con un padre come Francesco che fa lo psicanalista. E invece i problemi nascono anche lì”. Non che l'amorevole e comprensivo padre non abbia meno grilli per la testa: divorziato da una vita – la ex è andata lavorare in una ONG in Cambogia – prende una cotta per un bella signora (Claudia Gerini, che ringrazia il regista e sceneggiatore per averle offerto “un ruolo così diverso dai miei, così elegante e pacato”) che scopre essere la moglie proprio dell'attempato fidanzato della figlia minore. Ora, che fare? Cercare di far scoppiare la coppia onde poter mettere le mani sul desiderato bottino oppure aiutarla a superare la crisi preservando così la figliola? “Personalmente avrei scelto la Gerini”, ironizza Giallini, che poi aggiunge: “Ho sempre desiderato essere padre di due maschietti per non dovere soffrire quello che soffre Francesco. Io le mie figlie le avrei legate”. Quanto al rapporto con la psicoanalisi, Giallini ammette di non averne mai avuto nessuno: “Non ho avuto tempo, ma un bel tipo come Francesco mi piacerebbe averlo come amico”.  Tanti i camei nel film, da Daniele Liotti ad Edoardo Leo (entrambi interpretano due tentativi di Sara di tornare eterosessuale), passando per Maurizio Mattioli (è il portiere dello stabile in cui lavora Giallini), senza dimenticare la presenza forte di una Roma da cartolina: “E' la mia città e la amo – dice Genovese -. Sono pochi i film che raccontano il centro di Roma. Difficile girare lì con i permessi, Allen ne sa qualcosa. Ci sono zone come Via dei Coronari che meritavano di essere fotografate. I romani magari danno per scontato il centro della loro città, ma per tutti gli altri è diverso. Roma ha un fascino particolare”.Costato la bellezza di sei milioni di euro (colonna sonora ricchissima e internazionale, in cui  spicca il pezzo originale e omonimo firmato da Daniele Silvestri), prodotto da Medusa e Lotus, Tutta colpa di Freud uscirà il 23 gennaio in 400 sale. Distribuzione Medusa.