Ostia, Istituto Tecnico Commerciale "Paolo Toscanelli": Alin Delbaci, 17 anni, romeno, vive nel nostro Paese da quattro anni e ha un rapporto conflittuale con i compagni di classe e la professoressa di italiano; Masha Carbonetti, 18 anni, bielorussa adottata da una famiglia italiana, vorrebbe rincontrare il fratello di sangue; Nader Sarhan, 16 anni, egiziano nato a Roma, è fidanzato con un'italiana, per la quale litiga frequentemente con i genitori. Sono le seconde generazioni protagoniste di Fratelli d'Italia di Claudio Giovannesi,  già al Festival di Roma nella
sezione Extra, dove ha avuto una menzione speciale della giuria, che Cinecittà Luce porta in sala dal 7 maggio in 5 copie: "Per iniziare, ma speriamo di aumentarle: è meglio de La classe di Cantet, per primi risentiamo della crisi, ma opere così attuali e interessanti abbiamo il dovere di farle uscire", dice l'ad Luciano Sovena.
"Pochissimi documentari arrivano in sala in Italia, mentre in Francia ho amici che ci campano", aggiunge Giovannesi, che prossimamente girerà il lungometraggio fiction Alì dagli occhi azzurri, stesso titolo del libro di Pier Paolo Pasolini, con protagonisti attori non professionisti. 
Ispirato dalla struttura a tre episodi di Terra di mezzo diretto da Matteo Garrone, Fratelli d'Italia  è stato prodotto da Giorgio Valente de Il Labirinto con la collaborazione della Regione Lazio: "Multiculturalità e somiglianza con i nostri figli, che nascono dalla realtà, non da idee preconcette", dice Giulia Rodano, ex assessore alla Cultura e ora consigliere regionale, mentre il regista, uscito dal Centro Sperimentale e già autore del doc Welcome Bucarest e dell'esordio fiction La casa sulle nuvole, sottolinea come "la cosa più difficile è stata mettere le telecamere: i ragazzi pensavano al documentario come il lupo che mangia la pecora di Quark...".
Parola ai ragazzi, dunque: "Ho voluto raccontare a tutti una situazione non solo mia: le difficoltà dei ragazzi adottati", dice Masha Carbonetti, mentre Nader Sarhan aggiunge: "Mi son detto, e quando mi ricapita l'occasione di fare l'attore? Non ho problemi di cittadinanza né di appartenenza, sono nato qui, ma devo combattere con le tradizioni e la religione dei miei genitori, soprattutto di mia madre".
"All'inizio, pensavo davvero di essere un attore, poi mi son abituato e facevo la mia vita abituale: sono stato me stesso, a scuola andavo già male, con la mia ragazza andava già male...", prosegue Nader, che nel film vediamo frequentare ambienti di destra e pronunciare slogan contro ebrei e negri: "Ho trovato paradossale un egiziano razzista, comunque Nader è un adolescente, non un adulto: gli perdono tutto", commenta Giovannesi.