“Voglio salutare con molto affetto il pubblico del Cinema Ritrovato, un festival straordinario, di grande qualità e popolare, due caratteristiche che ci ricordano come il cinema in origine fosse prima di tutto uno spettacolo popolare”. Così il regista e presidente della Cineteca di Bologna Marco Bellocchio ha salutato con un video il pubblico del Cinema Ritrovato, accorso ieri sera, martedì 25 agosto, in Piazza Maggiore a Bologna per la serata inaugurale della 34ª edizione del festival, con l’anteprima internazionale del nuovo restauro di À bout de souffle – Fino all’ultimo respiro, esordio di Jean-Luc Godard proprio 60 anni fa, nel 1960.

“Quando vidi Fino all’ultimo respiro ero a Roma – ha ricordato Marco Bellocchio – e iniziavo la scuola di cinema: subito si creò un movimento, un partito godardiano. Rispetto agli altri grandi registi della Nouvelle Vague, penso ad Alain Resnais e François Truffaut, la giovane critica italiana scelse subito Godard, a partire da Fino all’ultimo respiro. Il film era ed è un capolavoro: il modo di girare, il modo di montare, il modo di raccontare erano veramente rivoluzionari. Io auguro agli spettatori di essere sconvolti da un film che rappresenta davvero una rivoluzione nella storia del cinema. Ci sono tanti film che sono esplosi e che poi non hanno tenuto il tempo, che magari ebbero in passato anche un grande successo, ma che visti oggi sono irrimediabilmente invecchiati: non è il caso di Fino all’ultimo respiro, un film che è stato capace di superare la moda”.

“Non è semplicemente un classico – conclude Bellocchio –, è un film che va visto oggi dalle giovani generazioni. Se c’è un giovane che vuole fare il regista, vada assolutamente a vedere un film come Fino all’ultimo respiro, perché è una lezione di cinema straordinaria”.