E' come la vecchia storia dell'uovo e la gallina: è il solipsismo umano ad aver creato internet o è colpa di internet se in giro vediamo sempre più solitudine e infelicità?
Probabilmente nemmeno Henry-Alex Rubin conosce la risposta al problema - sempre che ce ne sia una - ma avendo formazione americana (ed essendo quindi uomo d'azione) ne suggerisce comunque una, ed è già nel titolo del film che porta fuori concorso al Lido: Disconnect: "E' una parola che può avere due significati - dice il regista, vecchio collaboratore di James Mangold e attivo soprattutto nel genere documentario (con Murdeball, nel 2006, è stato candidato persino all'Oscar) - perché è sia un verbo che un sostantitvo. In ogni caso mi limito a raccontare dei fatti, con un approccio documentaristico. Volevo esplorare il modo in cui oggi gli esseri umani comunicano tra loro, un modo molto diverso dal passato. Non sto dicendo che dobbiamo liberarci da internet, che può essere utile o inutile a seconda dei casi. Sto dicendo che se anche ci portassero via questa tecnologia resterebbero le storie da raccontare, che hanno a che fare con le persone e il loro bisogno di relazione".
Nata da una serata tra amici in cui tutti, anziché comunicare tra loro, parlavano al cellulare, la sceneggiatura di Disconnect - firmata da Andrew Stern - presenta una casistica variegata dei modi in cui gli esseri umani vivono e comunicano tra loro nell'era del 2.0: c'è una coppia di sposi in crisi minacciati da un cyber-ladro d'identità; un ex poliziotto vedovo che fatica a crescere un figlio che fa il bullo a scuola e gioca un tiro mancino in rete a un suo coetaneo; un'ambiziosa reporter tv che convince un teenager che lavora per un sito di videochat per adulti a farsi intervistare e altre piccole storie esemplari, tutte intrecciate. "Ho tre figli piccoli - rivela Frank Grillo, tra gli interpreti della pellicola con Jason Bateman, Paula Patton e Alexander Skarsgard - e devo costantemente controllare cosa scrivono e come usano internet. Ho il terrore che qualcuno entri nel loro computer e rubi i loro dati". "Frank ha lavorato con un investigatore di crimini informatici per fare questo film - interviene Henry-Alex Rubin - e conosce bene questo tipo di pericoli. In generale tutto quello che vediamo nel film è ampiamente documentato".Esauriente nei pericoli che internet può presentare, Disconnect tace invece sulla radice narcisistica di tanti fenomeni del web, come i social network: "Non nego che ci sia anche questo - si difende Henry-Alex Rubin - ma sono altri i film che se ne occupano: ho visto The Master, un capolavoro, e mi sembra che rientri in questa tipologia di film pur non affrontando direttamente la questione dei social media".
Disconnect ha già un distributore italiano: sarà la Filmauro a portarlo in sala nell'aprile 2013.