Quello del romanzo di Marco Franzoso (Il bambino indaco, Einaudi) è stato un "adattamento personale", guidato dal cuore "affamato" di Saverio Costanzo, che per il suo nuovo film, Hungry Hearts - nelle sale dal 15 gennaio con 01 distribution in circa 150 copie - si fa in tre: regista, sceneggiatore e operatore. "Con Franzoso ci siamo conosciuti alla Mostra di Venezia in occasione dell'anteprima. Il mio non è stato un lavoro di adattamento preciso, ma più che altro la sceneggiatura di un racconto fatto in confidenza da un amico".
Girato in 16mm ("formato più maneggevole anche rispetto alle moderne cineprese digitali"), Hungry Hearts racconta il lento trasformarsi di un sentimento che da amore materno sfocia in ossessione pericolosa. "New York, molto più di altre città, è violenta e aggressiva, si sente di più il desiderio di difendersi da quello che c'è fuori casa - spiega Costanzo - e da qui anche la scelta di far partecipare Adam Driver, un attore già di discreto successo in America che si è fidato del nostro progetto decidendo di portare in scena la sua testimonianza". Il regista de La solitudine dei numeri primi riconferma la sua capacità di esplorare i lati più bui dell'anima, affiancato dalla compagna di lavoro e di vita Alba Rohrwacher, che così racconta il suo personaggio: "In maniera lenta e graduale il personaggio di Mina diventa il nemico all'interno della famiglia. Ma è stato facile non giudicarla, agisce nel bene ma sbaglia molto. Potrebbe redimersi alla fine, rompendo quelle stesse regole che lei stessa si era imposta".
"Il vero demonio non è il cibo ma l'ideologia - aggiunge Costanzo- lei viene travolta da una grande quantità di amore, e per difendersi crea un'ideologia. Ma è un'ideologia sorda, che la fa smettere di ascoltare, sente solo se stessa. Ma la purezza assoluta come ideologia è qualcosa di irraggiungibile".
Improvvisazione al minimo, spazi stretti e poco tempo per completare le riprese (Adam Driver ha già un'agenda zeppa di impegni, tra cui la sua partecipazione al settimo episodio di Guerre Stellari) ma nonostante i limiti il risultato è di qualità: a Venezia se n'è accorta la giuria premiando i due protagonisti con la coppa Volpi per l'interpretazione, e oggi a Costanzo e alla Rohrwacher è stato consegnato il premio Pasinetti del SNGCI, il Sindacato dei Giornalisti Cinematografici Italiani.