Da sempre attratto da personaggi segnati dall'isolamento, che si tratti di artisti o pericolosi serial killer, James Franco torna alla Mostra con l'adattamento di Child of God di Cormac McCarthy, vera e propria discesa agli inferi di un bifolco del Tennessee, Lester Ballard. Emarginato da una piccola comunità di montagna e costretto a vivere e vagare per i boschi in compagnia di tre peluche e del suo inseparabile fucile, l'uomo regredirà a uno stato di vita bestiale, fino al punto di uccidere giovani donne pur di appagare il proprio appetito sessuale: "Lester vorrebbe avere una vita sociale ma non ne è capace - dice Franco in conferenza stampa al Lido -. D'altra parte quella stessa violenza di cui è colpevole striscia intorno a lui, nella vita della comunità. La differenza è che agisce sottotraccia, protetta dall'ombrello della legge".
Nonostante le gesta estrema e ributtanti del personaggio, Lester Ballard possiede un'insopprimibile qualità umana che nessuna abiezione riesce a cancellare: "E' un pò serial killer e un pò Charlot - conferma il regista e attore -. Non volevo renderlo simpatico ma far emergere quegli elementi della sua personalità con cui il pubblico avrebbe potuto riconoscersi". E' quella che Scott Haze, l'interprete che dà vita a Ballard sul grande schermo, chiama "compassione": "C'erano diversi elementi, sia nel libro che nella sceneggiatura, che mi hanno permesso di sintonizzarmi con Lester". Per prepararsi al ruolo, oltre a ispirarsi a due insospettabili epigoni cinematografici come Travis Bickle di Taxi Driver (titolo citato anche da Franco tra le fonti d'ispirazione) e il Joker di Heath Ledger, Haze ha voluto ritirarsi per tre mesi in Tennessee (dove sono ambientate le vicende del racconto) e vivere in commpleta solitudine: "Non è stato facile. Mangiavo pesce e mele ogni giorno, vedevo pochissima gente. Ero però determinato ad andare avanti perché sentivo la responsabilità del ruolo che mi era stato affidato" Sulla stessa lunghezza d'onda James Franco che si ostina a dirigere adattamenti di grandi romanzi perché "autori come Faulkner o Mccarthy ti costringono continuamente ad alzare l'asticella del tuo lavoro."
Di McCarthy, dice, lo affascina "l'idea della ciclicità della violenza, che continuamente si riproduce". E l'ambiguo fascino che emana: "Il personaggio di Lester è ispirato a un famoso serial killer americano, Ed Gein, alla base anche dei personaggi di Psycho e di Non Aprite quella porta - spiega Franco -. Quando Gein, accusato di orribili omicidi, venne catturato dalla polizia, la sua figura diede vita immediatamente a fenomeni di baraccone di grande successo. C'è un'attrazione diffusa per la violenza in questo paese". James Franco ammette che il suo Child of God non ha ancora una distribuzione in Italia "ma ci stiamo lavorando". Lavoro che a Franco di certo non manca ("Dormo solo alle conferenze stampa", scherza), ma impossibile fermarsi o scegliere una sola cosa tra regia e performance sul set: "Sono due facce dello stesso processo creativo", afferma. Con Haze che ringrazia: "Lavorare con lui come regista è stata la migliore esperienza che abbia mai avuto. James sa cosa significa essere attori".