"Decidere di aprire la IX edizione della kermesse capitolina con Soap Opera è stato un atto di coraggio da parte di Muller e del suo staff, perché troppo spesso prevale la convinzione che la commedia e i Festival non vadano d'accordo". Parola di Giampaolo Letta, ad Medusa, che dal 23 ottobre distribuirà in circa 450 copie il nuovo film di Alessandro Genovesi, oggi apertura di Gala al Festival di Roma.
"L'idea di Soap Opera risale a circa sette anni fa - racconta Genovesi -. Era una pièce che per una serie di motivi non venne mai portata a teatro. Maurizio Totti e Alessandro Usai di Colorado la acquistarono insieme ad un altro mio lavoro, Happy Family, poi portato sullo schermo da Salvatores. Nel frattempo ho riscritto la sceneggiatura, che in origine voleva essere una sorta di miniserie in 4 puntate per il teatro, dopodiché abbiamo coinvolto il gruppo di attori con cui ormai sono abituato a lavorare da tempo".
Una palazzina come tante, in una città come tante. Fuori la neve, dentro l'intreccio delle esistenze dei vari inquilini: Francesco (Fabio De Luigi) è ancora innamorato di Anna (Cristiana Capotondi), ma ora è single e si porta a letto chi capita; il suo amico Paolo (Ricky Memphis) sta per diventare padre ma è nel pieno di una crisi d'identità e si trasferisce da lui; Gianni e Mario (Ale e Franz) sono gemelli "eterozigoti" e vivono insieme, da quando il secondo è costretto su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente causato dal primo; Alice (Chiara Francini) è una popolare attrice di una soap opera televisiva e - per sua stessa ammissione - non sa resistere al fascino della divisa... La stessa che indossa il maresciallo dei carabinieri Cavallo (Diego Abatantuono), che tutti loro avranno modo di conoscere all'indomani del tragico suicidio di un altro inquilino. L'arrivo imprevisto della ex del defunto, Francesca (Elisa Sednaoui), potrebbe far dimenticare a Francesco le pene d'amore, ma Anna è incinta del suo nuovo compagno, Francesco...
"Questa storia si prestava ad essere raccontata così - prosegue il regista -, in un certo senso riflette il mio mondo e il mio tipo di ironia. Anche per questo ho voluto a tutti i costi evitare la sciatteria dal punto di vista visivo e il linguaggio becero, esaltando i colori caldi all'interno del condominio per sottolineare che il freddo era solamente qualcosa che rimanesse fuori, come la neve onnipresente dal primo all'ultimo minuto del film". Un mondo sospeso, a cui si contrappone la verve dell'intero cast: "Volevo che lo stile recitativo creasse un corto circuito con la palese ricostruzione scenografica, ovattata e fiction e mi sembrava originale calare i personaggi in un mondo che cammina sulla linea sottile tra realtà e finzione", spiega ancora Genovesi, che si dice estimatore di molto cinema anglosassone e sostiene che Wes Anderson sia "uno dei pochi che ultimamente ha saputo cambiare il modo di raccontare storie. Come lui forse solamente Michel Gondry, Charlie Kaufman e Spike Jonze".
Una "commedia diversa dal solito", insomma: "Vengo ben pagato per avere delle idee e svilupparle. Il coraggio è più che altro dei produttori, che mi permettono di parlare attraverso la commedia con un linguaggio leggermente differente dai canoni abituali. Essere qui e inaugurare il Festival di Roma è motivo di orgoglio sicuramente: siamo stati invitati, non è che abbiamo chiesto noi di venire".