Il primo posto al boxoffice Usa non è un caso. Il fenomeno Borat sta conquistando il mondo: storia di un piccolo film indipendente, nato in Gran Bretagna e avviato a diventare un caso: in ben 11 dei 17 paesi in cui è uscita, l'avventura del giornalista kazako creata da Larry Charles ha raggiunto il primo posto al botteghino. In altri cinque si è fermato al secondo mentre nell'angloispanico Puertorico, ha strappato una sorprendente terza posizione. Le cifre parlano di 26.5 milioni di dollari e il sorpasso sul natalizio Santa Clause 3: The Escape Clause negli Stati Uniti, 11.8 milioni in Gran Bretagna e quasi tre in Germania. A convincere il pubblico internazionale è lo humor politicamente scorretto, che ha addirittura sollevato proteste ufficiali da parte delle autorità kazake. Nella forma di un falso documentario on the road, il film ricostruisce l'avventura di un giornalista, inviato negli Stati Uniti dalla tv di Stato del Kazakistan. La strampalata inchiesta del reporter, antisemita dichiarato, misogino e fan di Pamela Anderson, divrnta così pretesto per una feroce satira dell'Era Bush. Fra le scene più dissacranti e contestate, quella in cui fa ingresso in un negozio, per acquistare le armi "più adatte a uccidere gli ebrei". Il film, in anteprima italiana alla Festa di Roma, sarà nelle nostre dal prossimo 3 marzo, grazie alla 20th Century Fox.