“Non ho mai pensato che essere a contatto con le proprie emozioni fosse sintomo di debolezza, tutt’altro. E credo che in questo momento siamo un po’ tutti fragili, siamo tutti a contatto con le nostre paure. Questo ultimo periodo ci ha costretto ad avere a che fare con noi stessi e abbiamo scoperto quanto siamo fragili e quanto abbiamo bisogno degli altri. E al contempo ci siamo anche induriti. La scelta da fare è accettare questa fragilità con tutte le conseguenze, o contrapporsi”.

Pierfrancesco Favino è protagonista di Promises, film diretto da Amanda Sthers che ha adattato per lo schermo il suo romanzo omonimo (Promesse, ed. Rizzoli), presentato in Selezione Ufficiale alla Festa di Roma e dal 18 novembre in sala distribuito da Vision.

Pierfranceso Favino e Kelly Reilly in Promises
Pierfranceso Favino e Kelly Reilly in Promises
Pierfranceso Favino e Kelly Reilly in Promises
Pierfranceso Favino e Kelly Reilly in Promises

“Ho dato vita a questa storia come un romanzo, e solo in un secondo momento l’ho trasformata in una sceneggiatura per il cinema. È un film intimo, una storia che mi appartiene. È classica, garbata, riservata, ma quando si schiude mostra le ferite, le risate e le lacrime e anche le amicizie fraterne, le passioni, le paure, i traumi e l’ironia della vita”, dice la scrittrice-regista.

Il film è incentrato su Alexander (Favino), uomo con un'infanzia difficile alle spalle, finalmente felice con sua moglie e la loro bambina. Quando ad una festa incontra Laura (Keilly Reilly), gallerista d'arte in procinto di sposarsi, entrambi capiscono al primo sguardo che non avranno scampo. Ma la vita sembra avere altri piani per loro. Tra scelte che non riusciranno a compiere e un destino ripetutamente beffardo, attraverseranno tutta la loro esistenza tormentati da un sentimento che li divora. Perché un amore mai vissuto è un amore che non potrà mai morire.

“Ognuno guarda al tempo in modo diverso. Ed è una cosa che riesci a capire mano a mano che cresci. Ad esempio me ne accorgo dal modo in cui mi guardano i miei figli, che è simile al modo in cui io guardavo i miei. Ho cercato di sfruttare l’immaginazione del personaggio per permettergli di avere due mondi: che poi è quello che avviene a ciascuno di noi con i ricordi. Raramente viviamo nel presente”, dice ancora Amanda Sthers, che per le musiche del film ha scelto l’italiano Andrea Laszlo De Simone: “Il supervisore musicale del film mi ha proposto varie soluzioni, quando però ho sentito le canzoni di Andrea ho capito che la sua musica potesse dare molto al film”.

Amanda Sthers sul seti di Promises - Foto di Gianni Fiorito

Tornando al rapporto con il tempo, Favino invece auspica di “poterne avere sempre di più. Non perché ne sento la mancanza, ma perché sono abbastanza avido di cose da fare. Ora mi sembra che tutto sia molto istantaneo, come se nulla restasse. E questo un po’ mi spaventa. Come se nulla avesse la capacità di restare. Una sensazione che non mi piace e che mi porta a sentirmi fuori tempo, come se appartenessi ad un altro contesto storico”.

Promises - Foto Gianni Fiorito
Promises - Foto Gianni Fiorito
Promises - Foto Gianni Fiorito
Promises - Foto Gianni Fiorito

Mentre l’attuale contesto storico obbliga a confrontarsi con cambiamenti solamente qualche anno fa impensabili: “Non mi stupisce quello che sta accadendo intorno a noi, e credo siano movimenti emotivi, non semplicemente politici. Credo che il cinema, le arti, che per tanto, troppo tempo sono state messe da parte come se fossero semplicemente tempo libero, possano essere una sorta di guida, non certo la cura, per riconquistare una sorta di toccasana mentale”.