(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Non sarà un film sul massacro di Sant'Anna di Stazzema ma un film su una storia ambientata sullo sfondo di quegli eventi, che ci permetterà di raccontare anche quella che fu l'ultima guerra giusta degli Usa, quella per liberare l'Europa dal nazifascismo. Con le guerra successive, il Vietnam, l'Afghanistan e l'Iraq, non è più stato così". Spike Lee parla del suo primo film italiano Miracolo a Sant'Anna, che comincerà a girare in Toscana il 15 ottobre, con un cast in gran parte italiano presentato ufficialmente oggi e composto da Pierfrancesco Favino, Omero Antonutti, Valentina Cervi, Lydia Biondi e Sergio Albelli, e con un budget di circa 45 milioni di euro. Il film è prodotto da Roberto Cicutto e Luigi Musini (On My Own Produzioni Cinematografiche) insieme a 40 Acres and a Mule Filmworks, dello stesso Lee, in associazione con Raicinema, che lo distribuirà con 01, ed è tratto dall'omonimo romanzo di James McBride (pubblicato in Italia da Rizzoli) racconta di alcuni soldati di colore impegnati sulla Linea Gotica le cui vicende si intrecciano con la storia della popolazione del luogo e con l'eccidio nazista di Sant'Anna di Stazzema avvenuto il 12 agosto 1944. Nel cast ci saranno anche attori americani e tedeschi ancora top secret. "Mi chiedevano sempre di girare un film in Italia, ma solo per questa storia si sono verificate certe condizioni. Intanto è una storia epica e poi ci sono temi forti come il fascismo e il razzismo, anche quello nei confronti dei soldati afro americani, della Divisione Buffalo Soldiers tutta composta di neri e considerata allora di seconda classe, e poi ci sono gli italiani e il modo di relazionarsi con tutte queste realtà". Gli attori italiano coinvolti nel film non stanno nella pelle, a partire da Favino, grande fan di Lee. "I miei amici quando gli dico che sono andato a cena con Spike Lee, non ci credono più di tanto. Anche perchè sono quegli stessi amici con i quali, in quelle serate in cui ognuno fa a chi la spara più grossa, dicevo che avrei proprio voluto lavorare con registi come Lee. Lui ha rivoluzionato l'alfabeto del linguaggio cinamatografico". Per Valentina Cervi "il miracolo è che accada che un regista come Lee ti prenda per un film: con tutti i veri grandi, è molto accurato e protettivo. E poi adoro il suo modo di raccontare le donne, così moderno, così avanti...". Per Rai Cinema, che si è unita solo nelle ultime settimane al progetto, il nuovo amministratore delegato Caterina D'Amico spiega che "questo film riponde perfettamente a quello che Rai Cinema vuole fare: un cinema di ambiazione e di contenuti ma con un linguaggio insieme alto e popolare, capace di raggiungere il grande pubblico".