Ha preso il via la prima edizione di Fare Critica, il festival interamente dedicato alla critica teatrale e cinematografica diretto da Gianlorenzo Franzì, in corso di svolgimento nella città di Lamezia Terme (presso il Chiostro di San Domenico) che si chiuderà sabato 23 febbraio.

Proiezioni, spettacoli e incontri volti a riflettere sul ruolo e sul senso della critica nell'epoca dei social media. Può esistere ancora la critica e il mestiere del critico in una società in cui l'avvento del web ha scardinato completamente i canoni del passato? A questa domanda ha cercato di rispondere Paola Abenavoli, critica teatrale per Hystrio. "Fare critica, teatrale in questo caso, è leggere ciò che viene proposto e tentare la restituzione di un'analisi profonda e meno autoreferenziale possibile con un linguaggio semplice", ha spiegato. Un lavoro che può e deve essere fatto anche oggi, senza lasciarsi scoraggiare dall'uso, spesso improprio, che viene fatto della tecnologia. Piuttosto, "si dovrebbe sfruttare il web per avvicinare la critica ad un pubblico che deve essere educato a questa", solo così si potrebbe restituire alla critica la giusta importanza che merita. "Il critico però – ha continuato la Abenavoli – ha, o quantomeno dovrebbe avere, dei rigidi e fondamentali criteri da seguire, indipendentemente dai gusti personali che rientrano nella sfera della soggettività".

A seguire, c'è stato l'incontro con Piergiuseppe Di Tanno, tra i più interessanti attori del panorama teatrale contemporaneo. Un interprete che ha saputo cimentarsi in moltissimi linguaggi scenici – dalla performance art al teatro, dalla danza butoh a quella contemporanea – confermando sempre l'eclettismo e l'acume che lo contraddistinguono e per cui, nel 2018, si è aggiudicato il Premio Ubu come Miglior attore under 35. Un premio, questo, che ha segnato una fase di cesura nella sua produzione artistica perché ha contraddistinto "una sorta di capacità di trasformazione della nostra creazione", ha spiegato l'attore. Riguardo al rapporto fra teatro e danza, invece, che è l'elemento che forse più di tutti caratterizza la sua cifra stilistica, Di Tanno ha precisato come questa sia stata "una scelta assolutamente naturale, quasi fisiologica; si tratta di sentire". Andare verso la danza, per l'attore è "come un pianeta 'istintivo' che si accende quando si spengono le parole".

Ha chiuso l'incontro Daniele Timpano, drammaturgo, attore e regista teatrale che dal 2008 ha sancito un proficuo sodalizio artistico con Elvira Frosini, dando vita alla compagnia teatrale Frosini-Timpano (conosciuta soprattutto per i loro spettacoli dissacranti). L'artista, che sfugge facili catalogazioni – non a caso, negli anni la sua arte stata ascritta nel cosiddetto "Teatro narrativo" e i suoi testi descritti con echi anarchici e dadaisti – ha cercato di dare una sua personalissima definizione del critico teatrale. "La figura del critico tout court è una figura che potremmo definire anfibia, di mezzo", ha asserito l'autore che poi non ha nascosto quanto questa sia importante per lui. D'altronde, "non facciamo gli spettacoli per noi stessi" ha concluso.

La giornata si è conclusa con la messa in scena di Dux in scatola di e con Daniele Timpano, in cui l'artista si è fatto interprete, in un gioco di rispecchiamenti e sdoppiamenti di personalità tra un io storico ed un io-io meschinamente (nel buon senso del termine) intimo, dell'autobiografia d'oltretomba di Benito Mussolini.

Domani sarà la terza giornata di Fare Critica: le attività inizieranno la mattina, alle ore 9:30, con l'allegorico Moby Dick da Melville, spettacolo per l'infanzia con Maurizio Stammati, adattato dal Centro R.A.T. – Teatro dell'Acquario, storica cooperativa teatrale cosentina diretta da Antonello Antonante e Dora Ricca, entrambi Premio Speciale UBU (2018) per il loro ininterrotto impegno nell'organizzazione e divulgazione del teatro in Calabria.

Nel pomeriggio, alle ore 17:30 (Sala 1), continueranno le consuetudinarie proiezioni dei capolavori d'inizio Novecento del cineasta Georges Méliès: il primo film che verrà proiettato, Barbe-bleue (1901), riprende la storia di Barbablù e delle sue famose mogli assassinate nel castello; seguirà il film Le pantoufle merveilleuse (1912), adattamento della favola di Cenerentola.

A partire dalle ore 18:00, in Sala 1, inizieranno gli incontri con gli ospiti di giornata: si partirà con uno degli "eventi collaterali", l'incontro tra Giuseppe Soluri (Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria) e la giornalista Maria Scaramuzzino. Seguirà l'incontro con Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, che insieme costituiscono una delle realtà teatrali più eclettiche del teatro contemporaneo, impegnati a riflettere sui temi urgenti dell'attualità attraverso spettacoli parodistici.

A seguire ci sarà un intervento – destinato sempre ai temi del teatro – di Antonello Antonante e Dora Ricca e, infine, Mario Mattia Giorgetti, noto attore e regista teatrale e cinematografico, nonché interprete adorato da Carlo Lizzani e storico direttore della rivista Sipario.

Dalle ore 21:00 (Sala 2) si terrà lo spettacolo di grande successo diretto e interpretato dal duo Carullo-MinasiDue passi sono (2011): in un rapporto di apparente normalità, un uomo e una donna, nel cicaleccio ossessivo di un linguaggio di coppia, elaborano una lingua tra Sicilia e Calabria in cui va a consolidarsi l'insostenibile malattia dei rapporti. Lo spettacolo, ricco di echi filosofici sulla natura dell'arte, ha goduto di importanti riconoscimenti nel corso degli anni, tra i quali il Premio Scenario per Ustica 2011 e il Premio dell'Associazione Nazionale Critici di Teatro 2017.