"Sensibile ma incapace di gestire gli eventi che le piombano addosso. Finalmente un ruolo diverso dai soliti personaggi tormentati". Sandra Ceccarelli giustifica così la sua presenza in Family Game, opera seconda di Alfredo Arciero, nelle sale da venerdì 7 marzo in 10 copie distribuite da Revolver Distribuzione. Interni familiari e ricadute sul sociale s'intrecciano nel film dove la Ceccarelli è Lisa, "esempio come pochi di mediocrità borghese", madre invisibile e moglie abulica. Attorno alla donna ruota un microcosmo familiare che di tormenti e smanie certo non difetta: il marito Vittorio - ruolo affidato a Stefano Dionisi - esercita la professione di chirurgo pur non avendone i requisiti, tradisce la moglie e soffre di psicosi affettive; i due figli, l'adolescente Martina (Elena Bouryka) e il piccolo Mattia (Mattia Cicinelli), reagiscono alle tare dei genitori come possono, la prima ribellandosi, il secondo sostituendo la famiglia reale con una virtuale ricreata grazie ai "Sims", il simulation-game di maggiore successo nella storia dei personal computer. A rompere i già precari equilibri ci pensa l'arrivo in casa di Andrea, fratello minore di Vittorio ed ex tossico. "Il punto di partenza è stata la cronaca - spiega Arciero - con la vicenda di un medico che non lo è realmente. Poi lo script si è arricchito di nuovi elementi, trovando nello scambio tra reale e virtuale un elemento di coesione tra le varie situazioni sviluppate dalla sceneggiatura". Uno scambio di cui è artefice Mattia, che registra le dinamiche interne al nucleo ricreandole nella solitudine del gioco. "Oltre alla crisi della famiglia borghese - conferma il regista - che per certi versi strizza l'occhio ad American Beauty, il film s'interroga sullo status degli adolescenti di oggi". Distanti da lucchetti e romanticherie alla Moccia ma estranei anche all'età inquieta di tanto cinema europeo, gli adolescenti di Family Game s'identificano nella fuga (nel caso di Martina) e nel silenzio che conduce al gesto imprevisto (nel caso di Mattia). "Nessuna invenzione, - riprende Arciero - questi ragazzi sono reali. Sono quelli che incontro tutti i giorni prendendo la metropolitana. Sono il frutto dei bisbigli, delle chiacchiere, delle spacconate rubate durante le mie passeggiate e i miei spostamenti romani". Dopo una breve parentesi in set internazionali Dionisi ritorna a una produzione italiana "dove di gran lunga preferisco lavorare", mentre l'emozione domina Fabio Troiano, "entusiasta di aver affiancato due attori del calibro della Ceccarelli e Dionisi, e felice di questo ruolo estremo, nel quale ho cercato di calarmi con la giusta intensità ma senza perdere quel filo d'ironia capace di sdrammatizzare". Il rapporto tra Dionisi e Troiano, fratelli serpenti, stigmatizza le due anime del film: "Due individui diversi per età ed esperienze, costretti a misurarsi su terreni differenti dando vita ad un aspro scontro generazionale in cui il più anziano rappresenta il successo e le sue contraddizioni mentre il più giovane è uno che ha perso perché non ha mai deciso di combattere", conclude Arciero. Progetto a genesi lunga, il film è stato girato 2 anni fa in sette settimane, rischiando di trasformarsi in un altro film fantasma con distribuzione Revolver. Si rivede sul grande schermo Ugo Pagliai, nel ruolo di un sedicente direttore sanitario.