“L'anoressia è una malattia sociale, una cartina di tornasole della società contemporanea, è infatti la prima causa di morte insieme alla bulimia tra i giovani del mondo occidentale”, dice il regista milanese Marco Pozzi che presenta il film Maledimiele, storia di una ragazza quindicenne, Sara (Benedetta Gargari), che si ammala di anoressia.
“Non sono un medico e ho studiato questa malattia attraverso Internet e soprattutto il web 2.0, ci sono almeno trecentomila siti che ne parlano. Per descriverla ho lavorato dal particolare all'universale e con gli attori abbiamo lavorato sulla sottrazione, ghiacciando e congelando”, prosegue il regista che ci ha messo molto tempo per trovare la protagonista giusta in grado di interpretare il viaggio nella dimensione psichica della malattia. E Benedetta Gargari aggiunge: “Sono stata seguita da uno psicologo-nutrizionista, ho anche perso qualche chilo per interpretare meglio questo ruolo, ma sono riuscita a tenermi lontana dalla malattia”.
Nell'ambiente milanese borghese e benestante Sara è sola, nessuno si accorge del suo problema. Né il padre (Gianmarco Tognazzi), né la madre (Sonia Bergamasco), né la nonna (Isa Barzizza), né le amiche sono in grado di capire cosa succede all'interno della sua anima.
“E' difficile aiutare queste persone, perchè è una malattia subdola e moderna”, dice Gianmarco Tognazzi, “Il padre di Sara fa l'oculista e paradossalmente guarda ma non vede. Sono contento di aver appoggiato questo progetto indipendente e mi chiedo perchè argomenti sociali di così grande interesse sono poi trascurati a livello distributivo. Bisogna partire dalle scuole visto che è un problema prettamente adolescenziale”.
Maledimiele, prodotto da 3per una giovane casa di produzione indipendente milanese, sarà in sala dal 19 aprile distribuito da Movimento Film in collaborazione con Lo Scrittoio: “Vogliamo organizzare diverse proiezioni-evento in spazi non usuali- dice il regista- Farlo vedere nelle scuole in modo anche da aiutare le ragazze a fare outing. Mi interessa fare emergere l'inquietudine dell'adolescenza: quell'essere sospeso tra il non più e il non ancora”.