(Cinematografo.it/Adnkronos) - "La designazione dei film italiani all'Oscar viene decisa in modo non trasparente. Una modalità su cui spero indaghi la Guardia di Finanza, proprio come sui concorsi universitari. Il marcio deve venire a galla". Senza troppi giri di parole, il regista Roberto Faenza ha bocciato i nuovi criteri di selezione del candidato italiano alla statuetta per il miglior film straniero, appoggiato anche da Roberto Cicutto della Mikado. "Fino all'anno scorso - ha spiegato il produttore - a votare erano gli stessi che designavano i film al David di Donatello. Dopo che il regolamento dell'Academy ha affidato, in ogni Paese, il compito di designare il proprio candidato a un'associazione di produttori, è stata creata la commissione composta dai rappresentanti delle due associazioni, l'Anica e l'Api, insieme ad altre figure superpartes. E siccome siamo in pochissimi a fare questo lavoro - ha continuato Cicutto - è quasi inevitabile la presenza di almeno un produttore che abbia anche un film in corsa". Il regista Roberto Faenza - il cui nuovo film, I giorni dell'abbandono, non figura tra i favoriti alla designazione - ha aggiunto: "Sembra molto di più di un conflitto di interessi, mi sembra proprio concorrenza sleale. Spero che la Guardia di Finanza faccia delle intercettazioni come nei concorsi universitari, per scoprire veramente il marcio di una commissione cosi' composta". Si taglia, invece, subito fuori dalle polemiche Pupi Avati, il quale ci tiene a precisare che se il suo film non è in lizza e per scelta personale e distributiva: La seconda notte di nozze esce l'11 novembre ed è quindi non candidabile per regolamento.