Con nomi quali Al Pacino, David Cronenberg, Michael Cimino e Peter Greenaway la sezione Extra (da quest'anno ribattezzata l'"Altro Cinema", in ossequio all'italianofilia del Presidente Rondi) del Festival di Roma (22-31 ottobre) conferma di essere quella di maggior appeal, la più determinata a trovare un equilibrio tra glamour, cinefilia e pubblico. Dei quattro solo Greenaway regalerà alla capitale un film inedito, Rembrandt's J'accuse, noir intorno al capolavoro del pittore olandese, "La Ronda di notte", che Greenaway svela nei suoi inquietanti retroscena grazie a 50 indizi contenuti nel dipinto. Al Pacino, come noto, ritirerà il Marco Aurelio d'Oro alla Carriera assicurando alla passerella romana la consueta statura internazionale. "A lui e al suo stile recitativo drammatico - aggiunge in conferenza stampa Mario Sesti, curatore della sezione - farà da contraltare il gustosissimo incontro con due divi nostrani: Toni Servillo e Carlo Verdone, esempi di un modello interpretativo più distaccato, caratterizzato da corde ironiche". David Cronenberg e Michale Cimino invece intratterranno il pubblico della kermesse - giunta quest'anno alla terza edizione -, l'uno per parlare del suo lavoro e presentare 50 scatti tratti dai suoi film (l'evento, denominato Chromosomes, sarà allestito in anteprima mondiale al Palazzo delle Esposizioni a partire dal 21 ottobre), l'altro (mancato coreografo) per commentare le scene di ballo più belle della storia del cinema. Per quanto riguarda la selezione dei film, "Extra conferma di essere una sezione barricadera, promiscua, di puro meticciato - commenta Sesti -. Opere di finzione e documentarie, provenienti da 15 nazionalità diverse, capaci di soddisfare ogni gusto: da JCVD, sorprendente thriller in cui Jean Claude Van Damme si mette in gioco come attore e personaggio, a $9.99 dell'israeliana Tatia Rosenthal, puro esercizio d'autore interamente realizzato in stop motion". Non mancheranno autori importanti come il francese Olivier Assayas, due volte presente con il dramma L'Heure d'été e il documentario su Eldorado, la pièce nata da una partitura inedita di Karlheinz Stockhausen e messa in scena nel 2007 da Angelin Preljocaj. Atteso anche When a Man Comes Home, nuovo film di Thomas Vinterberg, il regista di Festen e tra i fondatori di Dogma '95, che indaga nuovamente reticenze e drammi familiari. Per il grande pubblico invece si segnala il francese Martyrs di Pascal Laugier, salutato da diversi blog come il film di suspense migliore dell'anno. Per quanto riguarda la sezione documentaria, l'unica competitiva di Extra, oltre a una rassegna interamente dedicata alla capitale dal titolo "Roma Doc" - la città eterna vista dall'occhio di videomaker indipendenti - citiamo 2 titoli, accomunati dall'intreccio d'immagini e musica: Bob Marley - Exodus '77 dell'inglese Anthony Wall, che ha ripreso il re del reggae durante la lavorazione del suo album più popolare, ed Effedià - Sulla mia cattiva strada di Teresa Marchesi, un doc sul grande Fabrizio De Andrè che fa il paio con la ballata cinematografica Amore che vieni e amore che vai di Daniele Costantini dedicata al cantatutore genovese. Nomi e omaggi importanti, che ci consentono di aprire una parentesi sulle diverse iniziative commemorative che il presidente Rondi ha voluto inserire in Extra: "Mi sono accorto - dice Rondi - che mancavano all'appello delle celebrazioni alcune personalità importanti del nostro cinema. Abbiamo così deciso di omaggiarle quest'anno, ciascuno a suo modo. Ricorderemo Nino Manfredi, di cui verrà riproposto il misconosciuto esordio in regia, Le avventure di un soldato, episodio tratto dal film collettivo L'amore difficile, e la sua ultima interpretazione ne La fine di un mistero di Miguel Hermos; Alida Valli, con la proiezione del documentario di Pierpaolo Di Mejo, Come diventai Alida Valli e di Senso; Steno, ricordato con il documentario di Maite Carpio, Steno, genio gentile, e Risi di cui allestiremo una galleria fotografica con gli scatti che Dino faceva sul set dei suoi film. Rivedremo infine La lunga notte del '43 di Florestano Vancini, doveroso omaggio al grande regista che da poco ci ha lasciati". E a proposito di tributi il Festival ne ha previsto uno davvero particolare ad Adolfo Celi, tra gli interpreti più significativi del cinema italiano e protagonista indiscusso della cultura brasiliana, dove Celi visse per 15 anni firmando da regista due opere come Caiçara e Tico-Tico no fubà, entrambe in concorso al Festival di Cannes e perlopiù sconosciute nel nostro Paese. La rassegna "L'uomo di Rio - Adolfo Celi e i ragazzi tornati dal Brasile", promossa dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, le ripropone all'attenzione del pubblico italiano. Il Brasile è inoltre il grande protagonista della kermesse capitolina, che gli dedica la sezione "Occhio sul Mondo", tra arte cinematografica (con Nelson Pereira dos Santos, padre del cinema novo, si ripercorrerà la storia della novelle vague brasiliana degli anni '60 cercando correlazioni con l'esplosione creativa che ha caratterizzato la cinematografia carioca degli ultimi 5 anni, di cui verranno proposti tra gli altri O Signo da cidade, Estomago e Cidade dos Homens), fotografia (per la prima volta in italia una mostra fotografica del grande Pierre Verger, pioniere nella descrizione dell'universo magico della religione afro-brasiliana) danza (grande spettacolo inaugurale a Piazza Navona con la regia di Arto Lindsay, scenografie curate da Ernesto Neto e suoni della tradizione carnevalesca degli afro-blocos del nord-est brasiliano) e musica (il 25 ottobre all'Auditorium si esibirà, voce e chitarra, Caetano Veloso nella serata in cui verrà proiettato il documentario a lui dedicato, Coraçao Vagabundo di Fernando Grostein Andrade).