“I caldissimi pomeriggi d'estate in Puglia da bambina mi hanno ispirato il titolo del film”. Esordisce così Rossella De Venuto alla presentazione di Controra – House of shadows, un debutto alla regia in 30 sale italiane dal 5 giugno nato da una collaborazione con l'Irlanda. Prodotto da Interlinea Film, Ripple World Pictures e Barter, è una pellicola horror ambientata in una misteriosa casa della provincia di Bari dove un oscuro passato rivive grazie ad inquietanti scoperte.
La vicenda inizia con un “ritorno alle origini” di Leo (Pietro Ragusa) che con la moglie Megan (Fiona Glascott) torna da Dublino nella cittadina natale per ricevere un'eredità. Ad attenderlo, invece, ci sono presenze inquietanti legate allo zio appena defunto, monsignor Domenico, e a inconfessabili segreti.
Girato in sei settimane dopo due anni dalla partenza del progetto, con un budget di 1 milione e 200 mila euro elargiti in parte dalla Irish Film Board, il film si snoda in un crescendo di emozioni fortissime. “Amo i film di paura – continua la regista – e mi piacciono quelli di genere italiani degli anni ‘70, tra cui le opere di Dario Argento: mi hanno detto che da noi non avrebbero funzionato perché non fanno parte del nostro DNA cinematografico, ma a me sembra una resistenza ridicola, vista la presenza di maestri del settore”.
Il cuore del racconto ruota attorno all'abitudine meridionale di trascorrere le ore più afose del pomeriggio tra le mura domestiche: “Dall'una alle cinque – dice – i bambini erano letteralmente chiusi in casa. La parola controra, intraducibile in contesti diversi, mi ha dato lo spunto per un delitto in famiglia: si arriva ad uccidere per nascondere la verità. Io ho estremizzato il tutto e ho aggiunto una connotazione religiosa. Personalmente adoro i riti del sud, come le processioni, ma alcune immagini, come le statue della Madonna Addolorata, sono davvero cupe”.
Girato in inglese, sarà doppiato per il mercato italiano e verrà esportato all'estero molto presto. “Il set – racconta il produttore Maurizio Antonini – sembrava la torre di Babele con una troupe internazionale. Ci è sembrato un miracolo riuscire a realizzare la pellicola. D'altronde un film è come un treno: quando sta per lasciare la stazione devi salire a bordo”.