“Prediligo le atmosfere rarefatte e la sospensione. Il film è basato sullo stesso tipo di regia dei miei lavori pubblicitari, ma qui ho provato a realizzare una narrazione più complessa”. Le atmosfere dalle mille sfumature di grigio di cui parla Federico Brugia sono quelle di Tutti i rumori del mare, il suo lungometraggio d'esordio, un noir psicologico che uscirà il 24 agosto nelle principali città italiane, prodotto da The Family e Laokoon Filmgroup, giovane casa di produzione ungherese e distribuito da Luca Lucini per Maremosso. “Faccio riferimento al noir francese degli anni '70 - continua l'ideatore di spot per Damiani, Dolce & Gabbana, Audi - ci sono tanti affettuosi omaggi a quel cinema, che ho adorato”.
Il protagonista è X (Sebastiano Filocamo), un uomo che ha cancellato la propria identità e lavora per un'organizzazione criminale per la quale trasporta merci e persone, in particolare donne da avviare alla prostituzione d'alto bordo. Ad X viene chiesto di condurre in Italia Nora (Orsi Tóth) e il viaggio da Budapest all'Italia in compagnia della giovane lo spingerà a mettere in discussone la sua esistenza. “E' il percorso - spiega Brugia - di una persona che si è annullata e prova a ricostruirsi abbandonando il Tetris del controllo delle emozioni per ascoltare i rumori del mare. Così come il mare cambia sempre, il personaggio, invece, è statico nella sua mancanza di emozioni. Un uomo dallo zero emotivo interpretato magistralmente da Sebastiano”. Attore e regista si sono conosciuti su Facebook, galeotte sono state le foto scattate da Brugia per il suo libro “51”, poi pubblicate sul suo profilo e apprezzate da Filocamo: “Si è creato subito un rapporto di stima, anche se ci sono stati momenti difficili sul set. E' stato faticoso dover immobilizzare tutti i muscoli facciali e comunicare con un'espressività molto controllata”.
Le musiche che accompagnano quest'onda di imperturbabilità emotiva sono di Rossano Baldini e Stefano Brandoni, ma la canzone sui titoli di coda è di Malika Ayane, moglie di Brugia, che appare in un cammeo, come anche Rocco Siffredi, consolidando un sodalizio con il cinema inaugurato con La prima cosa bella: “Ho sempre sognato - confessa la cantante - di impugnare una pistola in un'atmosfera anni Trenta con una mascherina di paillettes. Ma ci sono già tante brave attrici italiane che lavorano poco, ci manca solo una cantante che si improvvisa”.
Cast internazionale per una storia ambientata in Ungheria, “il migliore dei paesaggi possibili” secondo il regista, “si prestava al limbo esistenziale in cui sono sospesi i personaggi che, nella versione originale, parlano ognuno la lingua madre, perché l'identità è anche identità linguistica. Il film, del resto, ha un respiro europeo”. Proprio per questo è stata scelta come vetrina per l'anteprima nazionale il 22 agosto l'Isola del cinema di Roma. “Siamo contenti di ospitare questo film - dice Giorgio Ginori, direttore dell'Isola - perché corrisponde al progetto della rassegna estiva sull'isola Tiberina di presentazione delle opere prime e al progetto di Dependent Cinema (27-30 luglio), un momento di riflessione in cui si mette al centro il cinema come racconto del mondo, e che quest'anno ospiterà tra gli altri Jonathan Nossiter, che sta lavorando con Ettore Scola, Walter Salles, Laurent Cantet, Santiago Amigorena”.
Brugia però, non vede solo i toni del noir, il prossimo lavoro avrà i colori della commedia all'italiana, “tra Monicelli e Risi”, spiega, “è ambientata negli anni '80, si chiama Il signore della domenica e parla di un presentatore di una tv privata, un principe delle casalinghe e della provincia, che dovrà decidere se continuare a lavorare per il piccolo canale o vendersi ad un grande network”.