La Germania si riappropria dell'Esorcismo di Emily Rose. Il regista tedesco Hans-Christian Schmidt raccoglie applausi alla Berlinale per la sua rilettura drammatica delle vicende che hanno ispirato l'horror americano con Laura Linney. Al centro di Requiem, il film che ha chiuso la competizione del 56° festival, è il vero caso di una ragazza morta in Baviera nel corso degli anni '70 in seguito a una serie di estenuanti pratiche di esorcismo. Agli antipodi rispetto alla versione hollywoodiana, Schmidt rifugge però dagli accenti horror, puntando su realismo e dimensione psicologica dei personaggi. Ambientazioni e fotografia servono allo scopo, collocando la vicenda in un sobborgo della Baviera rurale. Nei panni della protagonista, la brava attrice tedesca Sandra Hueller convince nell'incarnare la parabola della 21enne Michaela Klinger. Cresciuta in una famiglia profondamente cattolica, la ragazza soffre fin da piccola di epilessia. Le crisi, a lungo scomparse, si riaffacciano durante i primi mesi dell'università, facendosi presto sempre più frequenti. In seguito alle mancate risposte della medicina, Michaela si rivolge al sagrestano del paese. Quando anche lui non sembra volerle credere, la situazione però precipita. Gli applausi della stampa all'anteprima del film sembrano confermare il buono stato del cinema tedesco, collocando Requiem fra i più apprezzati dei quattro titoli nazionali in competizione insieme a Sensucht di Valeska Griesebach. Mentre la crudezza di tema e rappresentazione ha penalizzato il film Der Freie Wille sullo stupro, a destare maggiori perplessità è stata proprio l'attesissima riduzione delle Particelle elementari firmata da Oskar Roehler.