"Riportare le sale al centro del sistema cinematografico in ognuna delle sue articolazioni. Tale centralità è un elemento fondamentale, tanto dal punto di vista culturale, quanto per la buona salute del mercato". E' la richiesta avanzata questa mattina dal presidente dell'Anec Walter Vacchino nell'ambito del convegno La centralità della sala cinematografica oggi e domani, organizzato dall'Associazione esercenti cinema in collaborazione con l'Acec (l'associazione delle sale diocesane) e la Fice (la federazione dei cinema d'essai), al quale ha partecipato anche Gaetano Blandini, in qualità di coordinatore del tavolo Fus, ma già designato a sostituire Gianni Profita alla Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. "Chiediamo al governo ' ha detto Vacchino - di istituire incentivi alle sale in rapporto alla programmazione di film italiani ed europei e al costo del lavoro sostenuto. Chiediamo inoltre di armonizzare l'apertura delle nuove strutture, di elevare sensibilmente il fondo di sostegno alle sale d'essai, di prevedere uno stanziamento triennale per la realizzazione di campagne promozionali e di applicare le norme antipirateria già in vigore". Negli ultimi anni, tuttavia, le sale hanno riconquistato maggiore spazio nell'ambito della filiera e della produzione cinematografica, "soprattutto in relazione alla televisione" spiega Severino Salvemini. Si stima che la quota di introiti riconducibili al botteghino passerà, nel 2004, al 34% contro il 32% del 2002, mentre i ricavi ottenuti dalla vendita dei diritti di trasmissione dei film in tv scenderà dal 32% del 2002 al 20% di quest'anno. Salvemini ha poi sottolineato l'importanza di riqualificare l'esercizio come strumento di promozione cinematografica: ''La sala si fa testimone del successo di un film e contribuisce quindi ad attirare l'attenzione delle televisioni e delle pay tv". Altro partner da riscoprire (o rivalutare) è il dvd che "non va più considerato come un concorrente della sala - dice Salvemini - ma un alleato". Per Giuseppe Delmestri dell'università Bocconi di Milano più creatività da parte degli esercenti potrebbe portare a un incremento del numero dei biglietti venduti fino a 140 milioni nel 2007 (contro gli attuali 110 milioni). "L'esempio da seguire - dice - è quello della Germania che attraverso un incremento dei multiplex nella misura di una multisala ogni 700.000 abitanti è riuscita ad aumentare del 60% la vendita dei biglietti". Un ruolo determinante dovrebbe essere attribuito, secondo Delmestri, alle Regioni e a specifiche Commissioni locali. Su posizioni diverse Mons. Roberto Busti, presidente dell'Acec: "In una fase in cui la politica vincente sembra essere quella dei multiplex, le sale della comunità si caratterizzano per la valorizzazione dei singoli contenuti e si configurano come importanti poli di promozione di valori tradizionali profondamente motivati". I cinema parrocchiali sorgono prevalentemente (50,24% dei casi) in centri di piccole dimensioni con una popolazione inferiore ai 10.000 abitanti. Il 78% di esse occupa una posizione centrale nello spazio urbano e per il 22,3% si tratta di monosale. "Il fatto che riescano a sopravvivere all'aggressione dei multiplex ci porta a sottolineare l'importanza di una politica integrativa che tenga tuttavia conto della necessità di un maggiore sostegno alle monosale - dice Viganò presidente dell'Ente dello Spettacolo -. Queste ultime fanno del cinema un prodotto culturale, e non commerciale, agendo all'interno di un tessuto sociale, e non semplicemente all'interno di un luogo".