(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Er Monnezza" entra nella Treccani. Dopo Stanlio e Ollio, Franco e Ciccio e Bruce Lee, anche la biografia dell'attore di origine cubana Tomas Milian (67 anni) è stata inserita per la prima volta nel nuovo volume dell'Enciclopedia del Cinema diretta da Enzo Siciliano. "Dopo essere stato Cuchillo, eroe terzomondista nei western politici di Sergio Sollima, Milian è diventato tra gli anni Settanta e Ottanta un'icona del cinema popolare italiano con i modi spicci e il parlare trucido del personaggio del Monnezza, protagonista di undici film di grande successo". Con queste parole si apre la voce dedicata all'attore cubano (vero nome Tomas Quintin Rodriguez), sicuramente uno degli attori più rappresentativi del genere cosiddetto "poliziottesco". Nato il 3 marzo 1937, trasferitosi giovanissimo a Miami, si è formato alla scuola del cinema italiano d'autore lavorando con registi come Bolognini (La notte brava, Il bell'Antonio), Visconti (Il lavoro, un episodio di Boccaccio '70) e Zurlini (Le soldatesse), prima di passare allo spaghetti-western, genere che lo ha reso popolare al grande pubblico. Appartengono a questo periodo film come Corri uomo corri di Sollima e, soprattutto, Vamos a matar companeros di Corbucci. Negli stessi anni Milian gira anche alcuni polizieschi, tra i quali Banditi a Milano di Lizzani e il cult horror Non si sevizia un paperino di Fulci. Nel 1976, con il film Il trucido e lo sbirro di Lenzi fa la sua prima comparsa il personaggio di Sergio Marrazzi detto "er Monnezza", un insolito ladro nemico della violenza. Come scrive la Treccani, "Milian ha poi progressivamente trasformato il personaggio, il cui soprannome è passato al commissario Nico Giraldi dei film girati con Bruno Corbucci, conoscendo un crescente favore di pubblico che si è trasformato nel tempo in autentico fanatismo". La banda del gobbo, Delitto al ristorante cinese, Delitto sull'autostrada e Delitto in formula uno sono gli episodi più fortunati della serie. Stanco del personaggio del Monnezza, Milian è poi tornato al cinema d'autore, ma senza grande esito, se si eccettano film come La luna di Bernardo Bertolucci, con il quale vinse nel 1979 il Nastro d'Argento come migliore attore non protagonista, e Identificazione di una donna di Michelangelo Antonioni. Trasferitosi nel 1989 negli Stati Uniti, ha iniziato una nuova e fortunata carriera come caratterista, lavorando con registi come Oliver Stone, Steven Spielberg e Steven Soderbergh.