E' un redentore del terzo millennio il nuovo Superman di Bryan Singer: eroe tormentato che si immola e sacrifica, per adempiere alla missione a cui lo condanna la sua natura non umana. Numerosi i riferimenti alla condizione di un'umanità allo sbando che accompagnano il Superman Returns, visto in anteprima alla 29a edizione delle Giornate Professionali del Cinema di Sorrento. In Italia per la Warner Bros. dal primo settembre, il terzo capitolo della saga sul celebre supereroe DC Comics, affida il ruolo del protagonista al giovane Brandon Routh, affiancato dalla bella Kate Bosworth nella parte della fidanzata di sempre Lois Lane. Al centro della storia, il suo eterno confronto con il perfido Lex Luthor, impersonato da uno straordinario Kevin Spacey. Superman torna sulla Terra, dopo un lungo viaggio sul pianeta natale Krypton. Avidità, apparenza, sete potere: come sottolineano anche le immagini dei telegiornali sullo sfondo, il genere umano è in balia di se stesso. Per questo Superman è stato inviato a salvarlo: eroe cresciuto con gli umani, ma comunque condannato alla diversità, il cui sacrificio sarà di esempio e guida per tutti. A sostegno del film un investimento senza precedenti nella storia del cinema: ben 260 milioni di dollari, il budget messo a disposizione di Bryan Singer, per ricreare col massimo del realismo le eroiche gesta dell'uomo d'acciaio. Straordinario e imponente fin dalle prime scene l'impiego degli effetti speciali. Tra le più riuscite, l'ambientazione della grotta di cristallo, da cui il perfido Lex Luthor ordisce i suoi piani: vera e propria cattedrale di luccicanti pietre, che crescono col tempo, ponendo le basi del nuovo continente che dominerà il pianeta. Suggestiva anche la ricostruzione delle numerose imprese di Superman. Da menzionare, fra le altre, il salvataggio dell'aereo su cui viaggia la sua amata Lois, che riesce a fermare a pochi centimetri dallo schianto, sul campo di un gremito stadio di baseball. Di fortissimo impatto, poi, il soccorso a due poliziotti tenuti sotto tiro dalla mitragliatrice di un rapinatore. Scena memorabile che si conclude con una pallottola che si infrange contro la pupilla del supereroe, per poi rimbalzare accartocciata al suolo. Filo rosso del film, che ha già conquistato gli Usa con un box office milionario, è anche il disadattamento del protagonista, prigioniero della sua natura di supereroe. Dietro al volto di Brandon Routh, straordinariamente somigliante a quello del compianto Christopher Reeve dei precedenti capitoli, si nasconde infatti un cuore umano. Come già nel caso di Spider-Man, a metterlo in crisi sarà l'impossibilità di abbandonarsi all'amore: al suo ritorno da Krypton, la collega e fidanzata di sempre Lois Lane si è rifatta una vita. Un compagno, un figlio, addirittura un Premio Pulitzer per esorcizzare l'abbandono, vinto grazie a un polemico editoriale sul perché il mondo non abbia bisogno di Superman. Proprio sulla riaffermazione di questa necessità, così come dell'amore segreto che lega i due, si articola così l'intera vicenda. Clark Kent, in borghese suo compagno di redazione, si troverà così a ricorrere ai panni del supereroe, per dimostrarle il suo amore e salvarla dal malvagio Luthor. Sua folle missione è questa volta quella di dominare il mondo, grazie a una tecnologia aliena importata proprio da Krypton, che gli consentirebbe di cancellare l'America dalla faccia della terra e di soggiogare il resto del pianeta. Inconfessabile, il finale che schiude le porte a un'ulteriore serialità.