Le derive violente del Sessantotto? Frutto di una precisa volontà istituzionale e corresponsabilità politica. La tesi, tanto più dirompente quanto a sostenerla è un riconosciuto intellettuale di destra come Adalberto Baldoni, emerge dal suo libro  Sessantotto: l'utopia della realtà, in uscita il 20 settembre per le edizioni Luce. A supporto di questa interpretazione è una ricca serie testimonianze di protagonisti dell'epoca come Adriano Sofri, Mario Merlino e Stefano Delle Chiaie, riportate anche nell'omonimo Dvd, in distribuzione sia singolarmente, che associato al libro. Due dischi, che al documentario diretto da Ferdinando Vicentini Orgnani sulla base dei testi dello stesso Baldoni, affiancano ben 168 minuti di extra e rarissime interviste. L'interpretazione scomoda che ne emerge è quella di un movimento, degenerato nell'estremismo degli anni a venire con la connivenza dello Stato e perché consapevolmente abbandonato a sé stesso dai due principali partiti di opposizione. Oltre al Pci, notoriamente terrorizzato dalla prospettiva di un "sorpasso a sinistra", l'autore accusa infatti il Msi di aver impedito la possibile saldatura fra le organizzazioni giovanili di destra e la protesta studentesca, ponendo così le basi per la maturazione dei cosiddetti "opposti estremismi". Lo scenario, come documenta nel dvd la nutrita presenza di militanti di destra, si andava delineando fin dalla celebre contestazione a Valle Giulia nel marzo del '68. A stroncarla, come riconosciuto anche dall'allora deputato missino Giulio Caradonna, "un errore politico" dello stesso partito, che impose dall'alto il ripudio dell'intero Movimento studentesco, per accreditarsi come baluardo anticomunista agli occhi dell'opinione pubblica. La meticolosa opera di ricostruzione, che mira fra l'altro a sottolineare il carattere internazionale del '68 e il suo humus culturale nella beat generation e il movimento pacifista, incassa fra gli altri il plauso di un ex militante doc, come l'attuale Assessore alla Cultura del Comune di Roma, Gianni Borgna: "Frequentavo filosofia da poco più di un anno e gli eventi richiamati da Baldoni li ho vissuti quasi tutti in prima persona. Non soltanto da testimone, ma da diretto protagonista, devo riconoscere alla sua opera il merito di un grande equilibrio e sforzo di obiettività". A vivacizzare la presentazione, moderata dal direttore del Tg2 Mauro Mazza, l'intervento di relatori come Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera, e del produttore Beppe Attene, che ha partecipato alla realizzazione del documentario.