Addio a una leggenda: Jean-Paul Belmondo è morto oggi, 6 settembre, a Parigi all'età di 88 anni. Lo rende noto l'agenzia France-Presse.

Nato a Neuilly-sur-Seine il 9 aprile 1933, figlio di un noto scultore di origine siciliana, Jean-Paul Belmondo non sviluppa particolare interessi verso lo studio, ma mostra le sue abilità nello sport e, solo dopo aver praticato il calcio ed il pugilato a livelli quasi professionali, rivolge la sua attenzione alla recitazione e frequenta l'Accademia d'arte drammatica di Parigi.

Dopo una lunga e intensa attività in teatro, nella seconda metà degli anni 50 debutta nel cinema. Grazie a film come Fatti bella e taci (1959, di Marc Allégret e Henri Verneuil, in cui appare per la prima volta in coppia con l'altra icona del cinema francese Alain Delon), A doppia mandata (1959, di Claude Chabrol), diventa il volto tipico dei personaggi della nouvelle vague e con Fino all'ultimo respiro (1960, di Jean-Luc Godard) è consacrato da parte di pubblico e critica come uno de maggiori attori francesi.

Jean-Luc Godard, artefice principale del successo dell'attore, lo riconfermerà come protagonista de Il bandito delle 11 (1965). Oltre trent'anni di successi ininterrotti ne hanno fatto l'attore più popolare del cinema francese, anche se "Bebel" ha goduto di maggior stima fuori dal suo paese di origine. Passa con disinvoltura tra i vari generi di film, dal film autoriale a quello più commerciale, lavorando con ottimi registi, tra cui Jean Pierre Melville (Leon Morin prete, 1961; Lo spione, 1962; Lo sciacallo, 1963), Philppe de Broca (L'uomo di Rio, 1964), Louis Malle (Il ladro di Parigi, 1966), François Truffaut (La mia droga si chiama Julie, 1969), Claude Lelouche (Un tipo che mi piace, 1969), Jacques Deray (Borsalino, 1970), Alain Resnais (Stavisky, il grande truffatore, 1974).

Tra i registi stranieri che ne hanno saputo apprezzare le doti l'americano John Huston (Casino Royale, 1967), gli italiani Vittorio De Sica (La ciociara, 1960), Alberto Lattuada (Lettere di una novizia, 1960), Mauro Bolognini (La viaccia, 1961), Sergio Corbucci (Il giorno più corto, 1962) e Renato Castellani (Mare matto, 1963).

A partire dagli anni '80 si dedica maggiormente al teatro, anche se, nel 1989 vince un premio César per la sua interpretazione in Una vita non basta di Claude Lelouch. Per lo stesso Lelouch nel 1995 interpreta il protagonista de I miserabili, mentre nel 1998 il regista Patrice Leconte unisce nuovamente sullo schermo la coppia Delon/Belmondo nel film Uno dei due. Dopo un lungo periodo di assenza dal grande schermo e dal teatro, torna al cinema nel 2008 con il remake francese del film di De Sica Umberto D.

Nel 2010 riceve dal Los Angeles Film Critics Association Awards il Premio alla Carriera. Nel 2011 è protagonista di una serata speciale a lui dedicata in occasione del 64mo Festival di Cannes. Nel 1963 ha scritto una precocissima autobiografia Trent'anni e venticinque film, ed in quello stesso anno è stato eletto presidente dell'Unione sindacale degli attori francesi. Seguendo l'esempio di Alain Delon ha fondato una sua casa di produzione, la Cerito (dal cognome siciliano della nonna materna), mentre nel 1986 ha comprato il prestigioso Théatre de Varietés di Parigi, dove spesso recita sul medesimo palcoscenico che ha visto Fernandel e Sacha Guitry.

Si è sposato nel 1952 con la ballerina Elodie Constantin, dalla quale ha avuto tre figli: Patricia (morta nel '93 in un incendio), Florence e Paul (che ha seguito le orme paterne ed è anche lui attore). Nel 1967 divorzia dalla moglie e da questo momento la sua vita sentimentale è molto movimentata: prima un lungo periodo di convivenza con Ursula Andress, poi Laura Antonelli, lasciata per la cantante brasiliana Sotomayor.

Nel 1990 ha incontrato la seconda moglie, Nathalie Tardivel, di trent'anni più giovane. I due si sono sposati nel dicembre 2002, l'anno successivo è nata la figlia Stella e nel 2008 hanno divorziato. Nel 2001 mentre era in Corsica è stato colpito da un ictus che gli ha paralizzato il lato destro della faccia. Ricoverato in un ospedale di Parigi, è stato dimesso dopo sei giorni di terapia intensiva. Nel 2016 riceve il Leone d'Oro alla carriera alla 73ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.