(Cinematografo.it/Adnkronos) - E' morto all'età di 86enne Gore Vidal, lo scrittore, saggista, sceneggiatore, e anche candidato politico, che amava provocare e scandalizzare l'America. E' stato il nipote a dare la notizia della scomparsa di Vidal, a causa delle complicazioni di una polmonite, nella sua casa di Hollywood dove, dopo la morte del suo compagno Howard Austen, si era trasferito negli ultimi anni dall'Italia dove aveva trascorso oltre 30, tra Roma e nella sua famosa villa di Ravello.
Ma fu il romanzo che il giovane figlio di un ufficiale dell'Aeronautica e dalla figlia del senatore T.P. Gore - cosa che lo faceva lontano cugino dell'ex presidente Al Gore - scrisse ad appena 20 anni che scandalizzò l'America puritana del dopoguerra e segnò la sua carriera: il libro The City and the Pillar, tradotto in Italia La statua di sale, in cui si racconta la storia, con tratti fortemente autobiografici, di un giovane che scopre la propria omosessualità.
Negli anni '50 e '60 Vidal si dedicò alla scrittura per il teatro (nel 1960 ottene la nomination al Tony Award con The Best Man che portava in scena lo scontro dietro le quinte di due politici che si contendevano la nomination democratica) e per il cinema, per il quale scrisse le sceneggiature di Improvvisamente, l'estate scorsa e di Ben Hur. La passione per il cinema lo accompagnò anche in Italia: nel 1972 interpretò se stesso in un cameo in Roma di Federico Fellini, mentre nel '97 comparve in Gattaca di Andrew Niccol.
Vidal amava rappresentarsi come una sorta di moderno Voltaire, in grado di commentare le follie della sua nazione e dei contemporanei con spirito sagace e sferzante. Una prova monumentale si ha nel saggio United States, con cui nel 1993 ottene anche il National Book Award, in cui raccoglie saggi letterari, politici e di pura verve polemica. Memorabili una serie di ritratti irriverenti di una carrellate di presidenti americani, quello, che ancora una volta fece scandalo, della famiglia Kennedy nel The Holy Family.
Negli ultimi anni della sua vita, dopo l'elezione di George Bush jr e gli attacchi dell'11 settembre, Vidal tornò ad occuparsi con vigore con articoli e interviste in cui era inclemente con quelli che amava definire gli "United States of Amnesia". E in un'intervista rilasciata all'Adnkronos nel 2007, quando venne a Roma per l'uscita del suo libro Le menzogne dell'Impero, accusò Bush e la sua amministrazione di "incompetenza manovrata" per aver lasciato "intenzionalmente" che accadesse l'11 settembre.