Secondo l'agenzia svedese TT, che riporta le parole della sorella Eva, il regista Ingmar Bergman si è spento questa mattina nella sua abitazione dell'isola di Faaro. Tre volte Premio Oscar, per La fontana della vergine (1961), Come in uno specchio (1962) e Fanny e Alexander (1984), Bergman realizzò oltre 60 film e, prima di passare dietro la macchina da presa, fu sceneggiatore di registi importanti come Sjoberg e Molander. Sin dagli esordi come regista, negli anni '40 (Crisi, Prigione, Sete) fu dominato dall'angoscia di esistere, enfatizzata e poeticizzata anche alla luce della "morte di Dio". La consacrazione internazionale arriva nel 1956 con Il settimo sigillo, film che ottiene vari riconoscimenti, tra cui il Premio Speciale al Festival di Cannes; arrivano poi l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia grazie a Il posto delle fragole, per molti il suo film manifesto. Alle soglie della vita e Il volto ottengono il premio per la Miglior Regia a Cannes e a Venezia. Dopo quarant'anni di attività, nel 1982, Bergman abbandona improvvisamente il cinema, per dedicarsi al teatro e alla televisione. In quell'anno realizza il suo ultimo film per il grande schermo, Fanny e Alexander, epopea di due fratellini cresciuti nella Svezia dei primi del Novecento, figli di teatranti. Più di vent'anni dopo, nel 2003, gira con tecnologia HD Sarabanda, seguito di Scene da un matrimonio, cofinanziato dalla Rai insieme ad altre 4 reti europee. Commosso e diffuso il cordoglio del mondo dello spettacolo: "La scomparsa di Ingmar Bergman è motivo di grande tristezza e dispiacere per tutti quelli che amano il cinema", dichiara il sindaco di Roma Walter Veltroni che, aprendo in Campidoglio la presentazione della Notte Bianca il 7 e 8 settembre, ha voluto ricordare il grande regista svedese.
"Scompare con Ingmar Bergman uno dei massimi maestri dell'espressione artistica cinematografica ed un  protagonista indiscusso della cultura del nostro tempo. Attraverso i suoi lavori Bergman ci lascia la testimonianza di una capacità straordinaria di indagare a fondo e senza condiscendenze sui grandi interrogativi etici legati alla condizione umana; sulla complessità e spesso sull'asprezza delle relazioni interpersonali; sulla forza della dimensione del sogno e della memoria come strumento di conoscenza e di interpretazione della realta". Questo il messaggio riportato da Adnkronos che il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha inviato alla famiglia Bergman per la scomparsa del maestro del cinema. Che conclude: "Il suo rigore formale e la sua passione hanno contribuito a costruire l'identità stessa dell'espressione cinematografica e a declinarne i tratti più alti e peculiari. A voi tutti, in questo  doloroso passaggio desidero far giungere i sentomenti del mio più profondo cordoglio e della mia più intensa vicinanza"