“Volevo parlare delle donne di oggi, di come vivono e di cosa desiderano, di come cambiano nel tempo rimanendo sempre uniche. L’intera vicenda è un atto d’amore e spinge a interrogarsi su cosa siamo veramente disposti a fare per chi non smettiamo mai di proteggere. Ho voluto raccontare una realtà a cui tengo molto. Nella vita per sentirsi realizzate non bisogna essere per forza madri. Ci sono genitori pentiti e altri che ce l’hanno nel sangue”. Michela Andreozzi presenta la sua opera prima Nove lune e mezza, nelle sale italiane da giovedì 12 ottobre distribuito da Vision Distribution.

Il film narra di due sorelle sulla quarantina molto diverse tra loro. La stessa Michela Andreozzi interpreta Tina, un timido vigile urbano che non può avere figli. Invece Livia (Claudia Gerini) è una violoncellista di successo, bella e sfrontata. Lei decide di portare in grembo il bambino di Michela, per renderla felice, ma la gravidanza non è un gioco e presto le nausee mattutine e gli sbalzi ormonali sconvolgeranno la sua vita.

 

Giorgio Pasotti, in Nove lune e mezza, è il fidanzato della Gerini. “Fabio, il mio personaggio, pensa di sapere tutto sull’esistenza. Ha troppe certezze e si pone poche domande, così si scopre fragile e inadeguato, e sfoga le sue pulsioni nei cocktail allo zenzero e nei piatti vegani”. Invece Lillo Petrolo veste i panni di Gianni, il compagno di Tina. “Le sue priorità sono la Lazio e il fantacalcio: è un uomo ordinario che deve confrontarsi con qualcosa di troppo grande per lui”.

Massimiliano Vado, marito reale di Michela Andreozzi, nella storia è il compagno di Stefano Fresi. “La nostra è una coppia omosessuale che vuole andare oltre gli stereotipi. Abbiamo molti amici che non hanno problemi a dichiarare che stanno insieme, altri sono ancora repressi. Per calarmi nella parte, li ho osservati da vicino e ho imparato molto. Io e Stefano rappresentiamo una famiglia normale, con i classici problemi della quotidianità”.

Poi la regista parla del suo lavoro. “Si dice sempre che chi nasce col fiocco rosa ha una marcia in più, però abbiamo sempre meno opportunità. Trabocco di gratitudine per la chance che mi è stata concessa. Questo film significa moltissimo per me. Viviamo in un mondo in cui, chi non ha nessun pargolo a casa ad aspettarlo, viene subito giudicato come un frustrato inaffidabile. Si può essere famiglia anche in due”. In Italia: “Ti possono donare un rene, ma non prestare l’utero”. E sui sentimenti: “Io e mio marito ci siamo incontrati tardi e abbiamo deciso di condividere solo le gioie della menopausa (ride, ndr)”.

 

Nel nostro Paese, le donne nel cinema non sono molte. “Purtroppo non siamo quante vorremmo, ma non voglio parlare di quote rosa. È importante non accantonare le tematiche scottanti ed essere coraggiose, specialmente sul grande schermo”. Un altro protagonista è la musica. “Claudia Gerini suona veramente il violoncello, lo studia da una vita. Le canzoni sono nate in contemporanea con le riprese e per noi è stata una grande emozione avere Arisa nel cast e a cantare”. E per concludere: “Non bisogna mai smettere di osare. Massimiliano è il mio supporter numero uno e ogni mattina mi sprona verso il futuro”.