“Ero in una fase difficile della mia vita, aspettavamo il secondo figlio e la gravidanza era complicata, avevo dentro una rabbia che non sapevo come canalizzare. In quei momenti, uno si rimette a dio. E' qui che ho avuto l'idea di un personaggio che si elegge dio e della sua relazione con una madre divorante e suo figlio. Ho realizzato un film sulla nozione di spiritualità e misticismo”. Così il regista danese Nicolas Winding Refn, che torna in Concorso a Cannes con Only God Forgives, accolto con buu e qualche applauso alla proiezione stampa di stamane. Dopo Drive (2011), ridirige Ryan Gosling, assente però dalla Croisette: in un messaggio, l'attore ha espresso il rammarico per non essere all'incontro stampa, in quanto impegnato nella realizzazione della sua opera prima, How to catch a monster.
Patricida in fuga dalla giustizia, l'americano Julian (Gosling) s'è rifatto una vita a Bangkok: un boxing club per coprire il traffico di droga. La madre criminale e “divorante” (Kristin Scott-Thomas) lo raggiunge quando il figlio prediletto Billy, reo dello stupro e dell'assassinio di una 16enne, viene assassinato. A farlo fuori il padre della ragazza, ma il “mandante” è il poliziotto Chang (Vithaya Pansringarm), dio della vendetta contro la feccia annidiata nei bordelli e nei fight club. Scene di tortura e mutilazioni, thai boxe, spade e stiletti, Only God Forgives è iperviolento, e Refn spiega perché: “L'arte è un atto di violenza, penetrazione che parla al nostro subconscio e io ho un po' l'approccio di un pornografo: è ciò che mi eccita quello che conta, e non posso censurare questo bisogno. Non dobbiamo dimenticare che la nostra nascita  ci porta alla violenza: è un istinto, ma col passare degli anni diventa più mentale, e l'arte ci permette di esprimerla”. “Non mi considero un uomo molto violento – prosegue – ma di certo ho un'attrazione per le immagini e le emozioni violente che non so dire da dove mi provenga. Ma credo sia un modo per esorcizzare molte questioni”.
Sul Julian di Gosling, precisa Refn, “l'idea è stata quella di raccontare la storia di un uomo al centro di un viaggio che non sa quando terminerà. E' legato, incatenato alal madre e per liberarsi deve passare dalla violenza”. Gosling ha pochissime battute, ovvero, “Julian non dice molte cose ma il linguaggio del silenzio è il più poetico. Immagini e suoni toccano le emozioni più dei dialoghi, duqnue abbiamo utilizzato movimenti e spazi per descrivere il personaggio di Julian”.
In cantiere il remake di Barbarella per la televisione, Refn si è ancora appoggiato al compositore di Drive Cliff Martinez: “Wagner e la musica pop – dice Martinez - sono stati un'influenza importante, Nicolas mi ha chiesto di non rifarmi a Drive, e mi sono orientato alle musiche tipiche dei film horror e di fantascienza”.