“Un provvedimento che reca un danno economico e di immagine alla nostra produzione di animazione". Così l'eurodeputata Silvia Costa giudica la decisione dell'Autorità Garante per le Comunicazioni di accordare alla Disney Italia la deroga al vincolo di investire in "opere europee di produttori indipendenti e opere cinematografiche di espressione originale italiana”.
Di fatto, la legge comunitaria obbliga la multinazionale - come tutte le emittenti tv - a investire il 10% dei ricavi in produzioni realizzati insieme a produttori indipendenti nazionali. “Secondo l'art. 44 del vigente Decreto Romani del 2010, delle deroghe possono essere concesse in caso di inadeguata quantità o qualità di opere idonee ad un canale tematico. Ma l'impossibilità di trovare produzioni di qualità sufficiente da trasmettere sui suoi canali addotta dalla Disney - afferma Silvia Costa - appare francamente infondata e mortifica il lavoro e la creatività di un settore che coinvolge 70 società e oltre 3mila addetti, per la gran parte giovani, caratterizzato dauna qualità e una tradizione riconosciuta a livello internazionale, come dimostrato dal successo di molte produzioni e dai premi ottenuti”.
“Il fatto è – spiega la Presidente Costa - che la Disney Italia in questi anni ha disatteso l'obbligo comunitario, a differenza di quanto accaduto in altri Paesi Ue. In Francia, ad esempio, è stato realizzato un accordo di co-produzione della Disney Francia con produttori anche italiani per realizzare Calimero. Se non si promuovono azioni di questo tipo e non si investe nella produzione, è chiaro che poi si incontrano difficoltà nel trovare prodotti specifici, come ha richiamato recentemente anche il presidente ASIFA Alfio Bastiancich”.
“Vero è che Agcom ha concesso una deroga temporanea, dal 2013 al 2015, adducendo la carenza di prodotto – nota Silvia Costa - ma se la Disney italiana avesse già da tempo investito in produzioni nazionali oggi non avremmo questo problema. Ricordo a questo proposito che secondo il Decreto 13/2010 investire significa co-produrre, pre-acquistare e acquistare dai produttori indipendenti: tutte modalità che avrebbero consentito di rispondere alle esigenze editoriali manifestate oggi”.
Sul piano legislativo, secondo Costa “è a questo punto necessaria una norma di secondo livello, più chiara e dettagliata, del decreto 13/2010, come il Mibact ha fatto per le quote in tv. Ma serve comunque una verifica degli effettivi investimenti in produzioni italiane della Disney e delle altre emittenti private operanti in Italia. Va ricordato che la previsione comunitaria – rimarca l'eurodeputata - è finalizzata non solo alla tutela della diversità culturale e linguistica ma anche a rafforzare la industria creativa e audiovisiva europea nei diversi generi. Obiettivo confermato anche nel recente programma Europa Creativa”.