Decisamente Jonathan Demme non è un tipo da dormire sugli allori. Dopo una carriera cinematografica culminata con l'Oscar "pesante" de Il silenzio degli innocenti e il successo non solo commerciale di molti altri film, il regista newyorchese ha improntato l'ultima parte della sua carriera al documentario di inchiesta che pare essere diventato, stante il perdurare invasivo dei grandi network, l'unico mezzo di fare informazione libero ed indipendente. Questo almeno è ciò che Demme ha sostenuto nella conferenza stampa di presentazione del suo Jimmy Carter Man from Plains presentato alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti doc. "Contrariamente a George W. Bush, che è ossessionato dalla guerra, il protagonista del mio film è ossessionato dalla pace, io, che pure sono un grande cinico, mi sono lasciato conquistare dalla sua purezza e dalla sua incrollabile fede nel dialogo come unica strada percorribile per raggiungere la pace in medio oriente e per risolvere tutti i danni procurati da ogni tipo di discriminazione e razzismo". "Fin dall'infanzia Jimmy Carter è stato convinto della impossibile superiorità di una razza sull'altra". Demme ha sottolineato la coerenza dell'ex presidente, che nonostante abbia smesso i panni di uomo più potente della terra continua a perseguire quegli stessi obiettivi che avevano caratterizzato gli anni del suo mandato. "E questa è una cosa straordinaria, se pensate che Bush, che pure non ha il consenso della maggioranza degli americani, disattende tutti gli impegni che si era assunto. Non dimentichiamoci poi che questo è un paese in cui l'informazione è gestita in maniera egemone dai grandi colossi. È vero che ci sono ancora delle voci indipendenti, ma queste difficilmente hanno la possibilità di poter raggiungere la più vasta fetta della popolazione americana". Demme racconta ad esempio dell'atteggiamento delle tv nei confronti del libro di Carter (di cui il film racconta il tour promozionale): "Tutte le televisioni erano contente quando potevano parlare del titolo del libro (Palestine. Peace non apartheid). Tutto il resto, ciò che nel libro è scritto, non gli interessava perché le avrebbe costrette a raccontare la verità". "La gente vuole capire e non soltanto ricevere notizie", ha aggiunto il regista, la posizione di Carter sulla Palestina è molto chiara e molto ben spiegata ma ai padroni dell'informazione tutto ciò non interessa molto. Loro vogliono creare una verità che invece è solo frutto di una visione volutamente distorta dei fatti". Durante il suo mandato Carter, che vi piaccia o no, ha avuto l'audacia di dire "ora abbiamo grossi problemi con l'energia ma nonostante ciò rinunciamo alle armi nucleari". Il regista ha affermato che al momento non saprebbe a chi dare il proprio voto, "anche se, ha poi aggiunto, potrei scegliere John Edward (membro del partito democratico) che ha la capacità di pensare in modo globale ed è stato l'unico a parlare del disastro combinato dall'amministrazione Bush a New Orleans (in seguito al all'uragano Katrina). Jonathan Demme ha infine dichiarato che tra due settimane inizierà le riprese di un film di finzione con Anne Hathaway e Debra Winger, "sarà un dramma familiare", ha concluso il regista.