"Ogni volta che arriva un progetto dall'Italia è una sorpresa, un sogno insperato che si avvera". Maria De Medeiros torna a lavorare per la terza volta nel nostro paese. Dopo Honolulu Baby di Maurizio Nichetti e il recente Il resto di niente di Antonietta De Lillo, l'attrice portoghese è attualmente impegnata a Udine sul set del nuovo film di Marco Simon Puccioni Anis tra di noi, la cui uscita è prevista all'inizio del 2007 e per il quale si spera in una presenza al festival di Berlino o a quello di Cannes. Prodotto da Mario Mazzarotto per  Intelfilm con Adésif, Rai Cinema e Friuli Venezia Giulia Film Commission, e sceneggiato dallo stesso regista insieme a Monica Rametta, con la collaborazione di Heidrun Schleef, il film racconta la storia di due donne legate da un rapporto sentimentale che di ritorno da un viaggio in Tunisia, accolgono in casa Anis, un immigrato clandestino che si era nascosto nella loro automobile per superare la frontiera. Superata l'iniziale diffidenza reciproca, Anna (Maria De Medeiros), Mara (Antonia Liskova) e Anis (l'esordiente Mounir Ouadi) riescono trovare un equilibrio, ma le differenze culturali che li dividono e l'improvviso innamoramento del ragazzo per Mara determineranno una rottura. "Anis tra di noi è un film su come accettare le diversità" ci ha detto la De Medeiros. L'abbiamo incontrata durante una pausa delle riprese nel borgo friulano di Camino al Tagliamento.

Maria cosa le è piaciuto di questo personaggio?
E' una donna piena di contraddizioni e questo è sempre bello per un attore. In Anna vedo una metafora dell'Europa di oggi: cerca in tutti i modi di fare le cose per bene ma non sempre ci riesce. E poi mi piace molto la dimensione strettamente affettiva del personaggio.

Tra i temi del film c'è quello dell'immigrazione, o meglio dell'effetto che il contatto con il diverso può provocare nella vita di ognuno di noi...
Il bello di fare questo lavoro è che ti consente di entrare in contatto con culture anche molto differenti tra loro. Qui in Italia gli immigrati ricevono un trattamento più umano, cosa che non avviene in Francia, il paese in cui vivo, che pur essendo multietnico ha un atteggiamento molto duro verso gli stranieri. Lì non potrebbe mai accadere quello che è successo con il film di Puccioni, nel quale tutti e tre i protagonisti sono interpretati da attori non italiani. Oltretutto nei film che ho recitato in precedenza in Italia c'era una giustificazione per il mio accento, in questo film invece sono italiana al cento per cento.

Lei ha lavorato molto in Europa ma anche negli Stati Uniti, come attrice che differenze ha trovato?
Devo ammettere che mi trovo meglio in Europa, c'è più possibilità di variare, io per esempio ho da poco finito di girare un film a Riga. E non a caso gli americani vengono da noi quando vogliono fare qualcosa di diverso. In America si ha sempre l'impressione di fare lo stesso film. A Hollywood hanno molti soldi per film commerciali ma quando si tratta di film d'autore i finanziamenti sono sempre ridotti.

E' da molto che però non fa un film in Portogallo.
Il cinema del mio paese sta attraversando un momento molto difficile a livello economico e purtroppo sono anni che non ci torno.

Dopo Capitani d'aprile ha intenzione di ripetere l'esperienza dietro la macchina da presa?
L'ho già fatto. Ho diretto un lungometraggio documentario sulla relazione tra artista e la critica, che uscirà in Francia in autunno. E ora sto preparando un nuovo film di fiction sul femminismo in Francia negli anni '70.