“Ci eravamo lasciati ad inizio gennaio con i dati negativi di un 2017 che, per il mercato cinematografico, aveva subito una forte flessione. Ci siamo leccati le ferite per il crollo, in termini di presenze, dei film italiani. A un mese di distanza ci ritroviamo invece a commentare quella che potremmo considerare unapiccola rinascita del cinema italiano e, più in generale, del cinema d’autore. Cosa è successo? Niente di particolare, verrebbe da dire, se non il fatto che l’affetto del pubblico per il cinema di qualità non è mai mancato. A patto che non manchi l’offerta”.

Così Domenico Dinoia, presidente FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai, commenta gli ottimi risultati ottenuti a inizio anno dai film d’autore. “Galvanizzata da film dal respiro internazionale  (Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino ed Ella & John di Paolo Virzì), ed in attesa di importanti titoli quali ad esempio quelli di Laura Bispuri in concorso a Berlino, Gabriele Muccino e Marco Tullio Giordana, l’offerta in sala di questo inizio anno dimostra quindi quanto il pubblico sia sempre attento ad intercettare il buon cinema. Ma ottimi risultati hanno ottenuto anche film d’essai stranieri di grande qualità, come The SquareL’ora più buiaTre manifesti a Ebbing, MissouriThe Post e, siamo sicuri, La forma dell’acqua”.

“Ciò - continua Dinoia - rappresenta però al tempo stesso l’altra faccia della medaglia, ossia la perdurante abitudine di affollare le sale di uscite tra ottobre e marzo non lasciando il tempo necessario ai film di essere sfruttati come meritano e disorientando il pubblico con un’offerta sovradimensionata. Mentre il resto della stagione soffre per un’offerta di film meno ricca, talora carente, che priva gli spettatori che amano il cinema della possibilità di continuare a frequentare le sale. Una cattiva abitudine tutta italiana che non avviene negli altri paesi europei e che penalizza fortemente il nostro mercato in termini di presenze e incassi”.

Da sottolineare inoltre un fenomeno in costante ascesa, soprattutto nelle grandi città: il successo dei film d’autore proiettati in lingua originale. “A Roma ci sono le sale consacrate alla versione originale sottotitolata che vengono prese d’assalto per ascoltare le voci di interpreti del calibro di Frances McDormand, Gary Oldman, Helen Mirren e Donald Sutherland, Meryl Streep e Tom Hanks, tanto che diverse altre sale stanno cominciando a programmare spettacoli in lingua. Milano e Bologna, per fare altri esempi, hanno una lunga tradizione in tal senso. “Un fenomeno che coinvolge il pubblico più giovane - conclude Dinoia - che va incoraggiato e che potrebbe giovare a una ulteriore diversificazione dell’offerta cinematografica in Italia”.