Una donna cerca di convincere i propri colleghi a rinunciare ai rispettivi bonus di produzione per evitare che venga licenziata. E' minimale la storia di Two Days, One Night, ma le sue ricadute sono numerose: la crisi economica, la guerra tra poveri, le conseguenze sull'equilibrio psico-fisico delle persone, lo stato della solidarietà umana. E due registi che rendono tutto questo assai credibile, i fratelli Dardenne, che rispondono presente all'ennesima chiamata di Cannes (in gara) dove contano di portare un premio a casa anche quest'anno. Può sperare anche Marion Cotillard, per la prima volta diretta dai due cineasti belgi: la sua prova, e il film (più solare rispetto ai precedenti lavori dei Dardenne), hanno convinto la stampa, che ha lungamente applaudito all'anteprima dedicata.
"Abbiamo provato a mostrare come la solidarietà umana che Sandra (nome della protagonista, ndr) sperimenta e il supporto del marito possano cambiare la vita di una donna al punto che possa dire alla fine: Ho lottato, sono felice", hanno spiegato i Dardenne in conferenza stampa. E Luc aggiunge: "Penso che la solidarietà sia ancora possibile. In ogni caso questo è ciò che il film intende mostrare".
E sulla sua prima volta con i fratelli-registi, Marion Cotillard spiega: "C'è voluto tantissimo lavoro per creare quella sensazione di verità e di improvvisazione. Di fatto nulla è improvvisato". E sulla loro idea di cinema l'attrice ha così concluso: "Quando abbiamo iniziato a provare, loro parlavano degli spettatori, che è abbastanza raro. Durante le riprese generalmente non osi nemmeno nominarli. Invece Jean-Pierre e Luc fanno i film per il pubblico. Ci sono cose che vogliono che il pubblico sperimenti".