"Far parte di una giuria mette a dura prova il tuo amore per il cinema". Sfogo firmato Joe Dante, in Laguna nella doppia veste di membro della giuria presieduta da Ang Lee e regista del family horror The Hole in 3D, in cartellone Fuori concorso e non ancora programmato per stampa e pubblico. "Dovendo vedere 25 film - prosegue il regista di Gremlins - è facile fare confusione: mettere una pistola nel cassetto in un film e ritrovarla nell'altro. Ma i festival sono un'occasione fantastica per vedere opere che altrimenti non vedremmo mai".
Non solo cinema, c'è spazio anche per la politica: "L'amministrazione Obama mi sembra più simile a quella di Bush di quanto pensassi, e sperassi" e, ovviamente, la paura: "Negli ultimi anni sono stato terrorizzato proprio da Bush, viceversa, oggi credo che il problema degli americani sia di avere troppa paura: sono sempre arrabbiati, e questo non giova al governo Obama".
Sulla paura di The Hole in 3D, Dante non concede preview, ma invita a non vederlo "quanti trovino spaventosi i clown", rivela sua attuale angoscia "quella di non fare film", confessa un'attrazione fatale per il ragno gigantesco del film Tarantola nella sua infanzia, mentre fa no comment sui colleghi che lo terrorizzano: "Potrei dire tante cattiverie..." ed elegge Suspense del '61 quale horror del cuore.
Da ultimo, qualche riflessione sul 3D, che come Spielberg, Cameron, Zemeckis e altri celebri registi Dante ha abbracciato convinto: "Tutti questi lavorano da sempre con la tecnologia, e sono cresciuti con i 3D degli anni '50, quando pure un Hitchcock realizzava versione tridimensioanli dei suoi film", mentre di quello che vedremo in The Hole dice: "Non ne abuso, non vedrete bulbi oculari che rotolano in terza fila. Credo che a partire da Avatar il 3D diventerà uno struemnto di narrazione per il regista quale il bainco/nero, il colore e il cinemascope".