Un film sull'amore a cinque episodi, con i migliori registi russi in circolazione: questa l'idea alla base di  Korotkoe Zamykanie  (titolo italiano, Cotti d'amore; titolo internazionale, Crush)  presentato a Venezia nella sezione Orizzonti e firmato da autori come  Alexey German Jr. (vincitore l'anno scorso del Leone d'Argento per il suo Paper Soldier), Boris Khlebnikov, Ivan Vyrypaev, Petr Buslov e Kirill Serebrennikov.
“Invitando artisti di questo calibro sapevo a cosa andavo incontro: ero sicura che avrebbero avuto nervo e carattere, ma anche rispetto e fiducia totale”, afferma la produttrice Sabina Eremeeva, a cui si deve la nascita del progetto. “C'erano tutte le condizioni per distinguersi dalle altre mediocri operazioni di questo tipo “, le dà man forte Alexey German, che riguardo al rapporto con i suoi colleghi spiega: “Non siamo amici e abbiamo un approccio al cinema molto diverso, il che ha garantito l'originalità del film”. Soprattutto in un'epoca dominata da un “linguaggio globalizzato” e dove “si va verso l'omologazione di tutto ciò che facciamo e mangiamo”. 
Anche se “il linguaggio del grande cinema, come quello di Fellini, è sempre stato universale”, spiega il regista Leone d'Argento, “fino  a una quindicina di anni fa si poteva identificare il segno di un autore cinese piuttosto che di un'altra nazionalità, mentre oggi è tutto appiattito: basti pensare che il libro più letto dai detenuti di Guantanamo era Harry Potter”.
Dappertutto, continua German, si pone il problema di un rinnovo del regole del cinema, ma anche se in Russia c'è “un vivaio di autori”, parallelamente sembra “diminuire l'interesse per questo tipo di espressioni culturali”, per cui “i loro lavori non si sono visti in concorso né a Berlino, né a Cannes né a Venezia”.
Per il regista, che sta preparando un film sulle difficoltà di comunicazione tra le nuove generazioni e quelle nate sotto il regime sovietico, non si può comunque parlare di una new wave russa: “non siamo ancora riusciti a inventare niente di nuovo, ma se il nostro cinema saprà imparare dai suoi errori, una nuova ondata è possibile”. Per questo, però, serve anche un supporto economico, “come succede negli altri paesi europei dove ci sono fondi statali a livello nazionale e regionale. La cultura va sostenuta, non si può permettere che sparisca l'interesse nei suoi confronti, altrimenti ci ritroveremo tutti a leggere Harry Potter”.