“Nel documentario ci siamo concentrati fondamentalmente sull'aspetto musicale e non su quello politico, per cui non abbiamo toccato volutamente la questione dell'esilio. Quello che ci interessava era mettere in risalto la qualità musicale e il peso culturale del gruppo e non connotarli in una cornice politica precisa, per evitare il solito cliché”. Così Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli hanno presentato ieri Inti-Illimani - Dove cantano le nuvole, documentario musicale narrato in prima persona dallo storico gruppo cileno: gli Inti-Illimani si raccontano, suonano, cantano sull'onda di intensi ricordi e di un rinnovato entusiasmo. I temi della memoria, delle radici culturali e dei valori fondamentali della vita si condensano in questo viaggio che, come tutti i viaggi che si rispettino, ha in serbo una sorpresa, l'incontro con uno dei giovani cantautori italiani più affermati, Daniele Silvestri, documentato in questo film dalle immagini di un concerto-evento, simbolo di un sodalizio umano prima ancora che artistico: "La collaborazione con Daniele Silvestri è nata perchè conoscevamo la sua grande passione per il gruppo e si era presentata l'occasione di farli incontrare", dicono ancora i registi, che spiegano: "Uno dei ricordi più belli è stato proprio il loro incontro e l'emozione vera e sincera di Daniele nel trovarsi di fronte ai suoi miti. Da quel momento ha mantenuto sempre vivo il rapporto con loro ed ha utilizzato la loro musica all'interno di molte sue canzoni, come nell'apertura de Il mio nemico".
Prodotto dalla World Video Production, il film sarà nelle sale dal 25 novembre con Distribuzione Indipendente: "Il documentario ha partecipato a diversi Festival internazionali, mentre in Italia ha faticato a trovare una giusta dimensione e collocazione anche in quell'ambito", concludono Cordio e Pagnocelli, che ricordano: "Negli anni '70 gli Inti-Illimani vennero in Italia e vi trovarono ospitalità per diversi anni, grazie anche al sostegno che ricevettero dal partito comunista italiano. Nel nostro Paese riscosserro grande successo, partecipando a molte Feste dell'Unità e realizzando un tour che li vide impegnati nelle principali città italiane. L'ultimo concerto in Italia, sotto la pioggia, si tenne a Campo de' Fiori e, in quell'occasione, cantarono solo Il Pueblo Unido, la canzone più nota al grande pubblico. Dopo 15 anni abbiamo avuto la fortuna di incontrarli e scoprire che erano ancora musicalmente attivi. Da lì l'idea del documentario, nato essenzialmente per rendergli omaggio e testimoniare la lora importanza a livello mondiale".