Un viaggio per la sopravvivenza nel ventre molle di Asunción (Paraguay), un caotico labirinto di odori, colori e violenza, é la prova che affronta Victor, diciassettenne che lavora nell'immenso Mercado 4 e sogna Hollywood. Il desiderio di possedere un videofonino lo spinge ad accettare un compito rischioso, trasportare sette casse dal contenuto misterioso in un luogo segreto del mercato per conto di un macellaio che tratta loschi traffici. Insieme all'inseparabile amica Liz, tipetto sveglio sempre pronto a salvargli la pelle, dovrà difendere il prezioso carico da ladri, gangster e decine di poliziotti di pattuglia. In concorso al Festival del Cinema Africano di MIlano, 7 cajas ("7 casse") è un film scritto e diretto da Juan Carlos Maneglia e Tana Schémbori, due esordienti che vengono dal mondo della pubblicità e hanno imparato a fare cinema da autodidatta. “Non ci sono scuole di cinema in Paraguay – dice Maneglia - e non esiste una vera e propria industria cinematografica. La storia del cinema paraguayano conta una ventina di titoli e arrivano principalmente film statunitensi, non abbiamo la possibilità di vedere cinema latino o europeo. Il nostro è un omaggio a quel tipo di cinema, che ha segnato la nostra gioventù”.
Tutto accade in una notte adrenalinica al ritmo di reggaeton. Le vite dei protagonisti si intrecciano in un luogo che il regista ha avuto occasione di conoscere da vicino: “Feci un programma di investigazione per la tv e ci ho passato una notte intera. All'alba ho pensato fosse un posto meraviglioso per un film. Il personaggio più emblematico di quell'ambiente è il carretillero, il ragazzo delle consegne”. 
Premiato all'ultimo Festival Internacional de Cine di San Sebastián, nella sezione “Cine en Construcción” e nominato alla XXVII edizione dei Premi Goya come “Miglior film straniero in lingua spagnola”, è ambientato nel mese di Aprile del 2005, “anno in cui – dice il regista -  c'è stato l'avvento dei cellulari con la fotocamera, la novità più ambita per i giovani”. Tutti i personaggi, infatti, subiscono il fascino della nuova tecnologia e il cellulare gioca un ruolo chiave nella vicenda: Victor vuole un telefono con la videocamerea perché è affascinato dall'apparire, dalla potenza dello schermo. Liz, invece, è affascinata dal ragazzo e, per attirare la sua attenzione, porta via all'amico la cosa per cui sta lottando, il telefonino. “E' un metafora – spiega il regista - è il Paraguay che vuole vedersi riflesso nello schermo dei televisori degli altri paesi, del mondo esterno”.
7 cajas è stato girato pensando ai confini nazionali, la lingua del film è un insieme di guaraní, la lingua nativa, e lo spagnolo che si chiama yoparà, un dialetto che parla la maggior parte della popolazione, soprattutto nel Mercado 4, cuore pulsante della capitale. I suoi vicoli interminabili acccolgono ogni giorno circa 2000 commercianti tra coreani, cinesi, arabi e paraguaiani. Si vende di tutto e all'interno vivono circa 500 persone. “Abbiamo girato nel mercato in mezzo alla gente – spiega il regista - e con attori non professionisti. Con un megafono avvisavamo le persone che stavamo iniziando le riprese chiedendo di non guardare in camera, ma era peggio perché destavamo la loro curiosità. Abbiamo utilizzato una fotocamera Canon EOS-1D, perché nel 2010, quando abbiamo fatto le riprese, non erano ancora arrivate da noi le videocamere professionali come la Lexa o la Renoir . Sul set, se così si può chiamare, c'erano solo l'attore, il cameraman, il tecnico del suono e il direttore della fotografia. Fortunatamente il 70% della storia si svolge durante la notte, quando è meno affollato, ma non meno tranquillo”.
L'altra ardua impresa è stata trovare la plata (il denaro) per la realizzazione: “Nel nostro paese non ci sono normative per il cinema o fondi pubblici. Ci siamo autofinanziati con fondi privati di imprese e con il premio di San Sebastian abbiamo potuto realizzare in Spagna la postproduzione”.
Il film è uscito il 10 agosto 2012 e ha avuto più di 280.000 spettatori in Paraguay, battendo anche il record di Titanic (1997), che registrò 150.000 spettatori su un totale di popolazione di 6 milioni di persone, in un paese che ha circa 30 sale.