“Credo che tutti i miei film siano divertenti: questo non fa eccezione. Mi dicono che dovrei fare davvero una commedia, ma questa che cos'è, se non una divina commedia”. Parola di David Cronenberg, che ritorna a Cannes, in Concorso, con Maps to the Stars, che combinando critica sullo showbiz e dramma familiare prende di mira la Hollywood contemporanea dominata da droga, paranoia, avidità e incesto.
All star il cast, presente sulla Croisette: Robert Pattinson, Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack e molti altri. Tutti condividono il divertimento del regista, sebbene Cusack precisi: “Ho pensato fosse un ecosistema che mi è molto familiare, un ecosistema di paura, avidità e disperazione”. Se Pattinson ricorda la sua partecipazione in Cosmopolis di Cronenberg, sempre qui a Cannes due anni fa: “Mi sento a casa con lui”, Julianne Moore trova che “lo humour sia dappertutto, in ogni cosa” e non vuole puntare il dito contro Hollywood: “Amo il movie business, non sono qui per screditarlo”, mentre Cronenberg allarga gli orizzonti del film: “Si potrebbe ambientarlo a Washington, Wall Street, la Silicon Valley, in qualsiasi posto dove c'è gente disperata, ambiziosa, avida e impaurita: praticamente ovunque”. E la Moore rincara: “Il motivo per cui diamo valore al cinema, alla letteratura è perché ci raccontano storie sulle nostre vite, su ciò che siamo”.Non sono mancati, in conferenza stampa, momenti divertenti: “E' il Genie che mi hanno dato per Spider quello che ho usato”, ghigna Cronenberg della statuetta impiegata nel film in modo ultraviolento.
Ma la Palma della risata spetta a Pattinson, di cui si ricorda l'amplesso che consumava con Juliette Binoche nella limousine di Cosmopolis, mentre stavolta gli tocca la Moore: quale attrice è stata la migliore? La stampa e Pattinson  scoppiano a ridere, l'attore risponde faticosamente: “Meritano tutte due 7. Ovviamente Julianne è stata un'esperienza splendida…”. Sul sesso in auto ritorna anche Cronenberg, che da Crash a questo Maps ne sa qualcosa: “C'è un'intera generazione di americani concepita sulle Ford  anni '50, parte ella rivoluzione sessuale è arrivata in macchina: libertà, ragazzi in fuga on the road dai propri genitori. Io non ho inventato nulla, e perché non bisognerebbe fare sesso in auto? Ci sono in giro macchine così meravigliose”. A scrivere la sceneggiatura originale Bruce Wagner (la miniseries Wild Palms e il romanzo Force Majeure): “Uno scrittore lotta per non esistere”, mentre il quarto d'ora di celebrità che Andy Warhol pronosticava per tutti va rivisto: “Credo che in futuro tutti saranno famosi per tutto il tempo, almeno in termini di necessità e disperazione”.