Gusto critico e gusto pubblico, si sa, raramente coincidono, ma ultimamente siamo arrivati allo scontro totale. Almeno Oltreoceano, come rivela Silvia Kramar sul Giornale, dove tra critici e pubblico, passando per gli incassi, vi è completa divergenza. Addirittura, tra giornalisti e registi le parole sembrano non bastare più, e volano schiaffi... Teatro, anzi sala, del match è l'ultima anteprima stampa di Clerks II. Sul ring il regista Kevin Smith e il critico del celebre programma televisivo Good Morning America, Joel Siegel. Siegel si alza dalla poltroncina durante la proiezione e stila un'instant-review del film, che più o meno suona così: "Basta, me ne vado! In trent'anni di carriera è la prima volta che abbandono prima della fine del film, ma questa schifezza lo merita...". Smith la prende bene, non la reazione di Siegel, ma la sua cravatta. E in sala scoppia il finimondo, con critici e cineasti a scazzottarsi senza ritegno. Quello che - è questa l'accusa di Hollywood - manca ai giudizi della stampa, spesso in aperto disaccordo con la successiva fortuna al box-office delle pellicole contestate. Qualche esempio: Il Codice da Vinci, pur senza totalizzare incassi record, rastrella al botteghino Usa 216 milioni di dollari. Che pochi non sono, soprattutto perché accompagnato da recensioni che lo definiscono "pretenzioso, noioso, francamente insopportabile" (Miami Poetry Review). Caso due: Miami Vice di Michael Mann, che inaugura oggi la 59esima edizione del festival di Locarno, porta a casa 25 milioni nella prima settimana di programmazione nord-americana, ma è accolto sulla carta stampata sconsolatamente - "Alla fine i due detective non riescono nemmeno a risolvere il caso...". E in Italia? Il livello di allarme è decisamente più basso. Per molte ragioni. Innanzitutto, la marginalità del nostro sistema cinema sia sul piano sociale che su quello dell'immaginario collettivo. E poi l'impatto risibile, rispetto a quello hollywoodiano, della nostrana critica sulla sorte dei botteghini italici. Anche perché diciamolo, su quotidiani e tv, registi e non dove la trovano la critica?