La critica Usa si divide sul nuovo film di Terrence Malick. Dopo la stroncatura di Variety arrivano le lodi di Screen International e Hollywood Reporter. Il primo magazine, attraverso le pagine della sua versione online, definisce The New World un'opera "maestosa ed elettrizzante". Quarto lungometraggio diretto da Malick a 30 anni dal suo esordio nel '73 con La rabbia giovane (seguono I giorni del cielo e La sottile linea rossa), The New World viene proiettato dalla nota rivista statunitense tra i favoriti nella corsa all'Oscar per la regia e la sceneggiatura, oltre che per fotografia, la scenografia, i costumi e la colonna sonora. Il film, scrive il critico Patrick Z McGavin, "possiede una straordinaria bellezza e si avvicina al cinema muto per l'enfasi con la quale si concentra sui paesaggi, su ogni singolo gesto fisico e sui volti dei protagonisti. Segna inoltre il più forte ed efficace connubio tra le posizioni filosofiche e morali di Malick e il suo forte e personalissimo stile". The New World racconta l'incontro-scontro tra gli indiani d'America e i coloni inglesi arrivati dall'Europa all'inizio del '600 e sviluppa temi universali come l'amore, la guerra e la morte attraverso la contrastata e leggendaria love story tra il soldato John Smith e la nativa Pocahontas. Esaltate da Screen International anche le performance dei due interpreti, Colin Farell, "nella sua interpretazione più riuscita", e la "straordinaria" quindicenne Q'orianka Kilcher, al suo debutto sul grande schermo. The New World - si legge ancora - è "un sogno ad occhi aperti, un poema", ma a causa della sua struttura narrativa "potrebbe essere liquidato da gran parte della critica come un'arrogante manifestazione di cinema d'autore". Per Hollywood Reporter il film di Malick è "un poema per immagini che si sviluppa intorno ai temi dell'innocenza, della scoperta e della perdita". La nota rivista rimprovera al regista la scarsa accuratezza della ricostruzione storica, ma "nonostante tutto - scrive Kirk Honeycutt - Malick e lo scenografo Jack Fisk riescono a condurci in un primordiale e credibile Eden". Per il critico di Hollywood Reporter il film è soprattutto una lettera d'amore per il mito idealizzato di Pocahontas. "La Kilcher è sorprendente e la macchina da presa - e forse lo stesso Malick - ne è innamorata". A dispetto della giovane età e del fatto che sia un'esordiente, l'attrice "possiede un fine istinto per la recitazione". In disaccordo, invece, con Screen International sulla performance di Colin Farrell, giudicato "inadeguato" alla parte e incapace di "cambiare espressione" per tutto il film.