"Intorno a Venezia non c'è,, già da qualche anno, una buona atmosfera psicologica. E' questo il vero problema". A parlare è Moritz de Hadeln che, alla guida della Mostra del Cinema dal 2002 al 2003, replica alle critiche dei giorni scorsi di Michele Placido e Franco Zeffirelli. I due registi hanno accusato la critica e la stampa italiana di avere un atteggiamento pregiudiziale verso i nostri film. "Sui giornali stranieri - spiega de Hadeln - non c'è grande entusiasmo per la Mostra e si rilancia soprattutto la rivalità con la Festa di Roma, che quest'anno, per me, parte favorita. Veltroni - continua - ha creato una rassegna nella Capitale anche perché conosce benissimo i problemi della Biennale. Problemi che riguardano soprattutto le infrastrutture, dal Palazzo del Cinema agli alberghi, ma anche un certo atteggiamento di immobilismo dei veneziani". Andando avanti cosi' ''la Mostra rischia di diminuire, d'importanza''. Comunque per de Hadeln ''Placido sta sbagliando mira. L'Italia gode di un'ottima critica, che non è cattiva, al massimo è severa. Certo per i film italiani c'è un'attenzione particolare, ma è quello che accade a Cannes con i francesi o a Berlino con i tedeschi". Si dice d'accordo anche Alberto Barbera, direttore della Mostra dal 1999 al 2001: "Nessun atteggiamento pregiudiziale, anzi, a volte si esagera nel senso opposto, con consensi eccessivi che possono arrivare alla piaggeria verso certi autori''. Barbera poi non è d'accordo con Placido quando lamenta ingressi troppo estesi alle proiezioni stampa: "Chi ci dice che in una proiezione privata e per pochi eletti i critici possano formulare meglio il loro giudizio?". Non è dello stesso parere il critico de Il Tempo e presidente dell'Ente David di Donatello Gian Luigi Rondi, direttore della Mostra nel biennio 1971-1972 e dal 1983 al 1986: "Proprio dopo l'episodio di Ovunque sei (diretto da Placido e fischiato al festival nel 2004) a cui ho assistito indignato, ho suggerito a Marco Mueller di distinguere le proiezioni tra critici e altri giornalisti che si occupano di cinema. E da quest'anno ciò sarà possibile: potremo vedere i film nella piccola Sala Perla, dove ci scambieremo opinioni, anche confrontandoci, ma con tutto l'equilibrio possibile e senza gazzarre". Per Rondi verso i film italiani non c'è un atteggiamento negativo di partenza, "ma posizioni pregiudiziali verso certi autori".  Per Giorgio Gosetti, direttore generale della Festa di Roma e ex delegato generale delle Giornate degli Autori a Venezia ''è assolutamente normale, anche se non edificante che la presentazione di un film a un festival susciti partiti presi, polemiche preconcette e possa anche nuocere nel tempo breve, alla carriera di un'opera. In Italia poi - continua Gosetti - si tratta di un'antica tradizione che va dalle autentiche 'guerre' tra i partiti di Visconti e Antonioni, fino a casi piu' recenti in cui prevale un certo masochismo nazionale. Per fortuna la storia fa giustizia di questi infortuni".