Mentre diminuiscono i matrimoni e il concetto stesso dell'essere due in una carne sola si dissolve come la neve, al disseccante sole dell'individualismo contemporaneo, il cinema ambisce comunque alla favola bella del binomio indissolubile. Ne è prova il ritorno, sul grande schermo, della coppia d'oro formata, ai tempi del kolossal Titanic (1997), da Kate Winslet e Leonardo DiCaprio. Riuniti nell'interessante Revolutionary Road (dal 30 gennaio nelle sale per Universal, ndr), film drammatico di Sam Mendes (anche marito della bella Kate e del quale si ricordano American Beauty ed Era mio padre), le due star hanno nuovamente l'occasione di giocarsi il proprio incantevole duetto sul tavolo della speranza (e, magari, perderanno, però l'importante è provare a rimanere in due).
Naturalmente, non tutto è zucchero e miele in questa resa cinematografica, che ha il sapore di una "reunion", attesa sia dai fans sia da un mercato zoppicante, negli ultimi tempi. Il romanzo (d'esordio) di Richard Yates (1926-1992), autore Usa misconosciuto al grande pubblico (ma per l'uscita del film,la casa editrice Minimum Fax ne ripropone alcuni titoli, tra i quali Revolutionary Road, uscito nel 1961) fornisce l'ispirazione primaria a un mélo, pensato apposta per la coppia d'oro di Hollywood. Lei, Mrs. Winslet, appare snellita e matura nel ruolo di April, classico "bocconcino" americano degli anni Cinquanta, tutta gonne plissèe, ballerine e capelli lisci bon ton. Lui,assai meno bamboccio, a trentasei anni, di quanto non apparisse in Titanic (le guance una volta paffute, per esempio, si sono prosciugate, a favore di un persuasivo effetto-serietà), sembra perfettamente in parte, come Frank Wheeler, intraprendente giovanotto della classe media. Un tipo senza arte né parte, ma in corsa per la vita, inseguendo il classico Sogno Americano. Ma anche, in generale, il sogno di tutti i giovani sposi: mettere su la casa perfetta, la famiglia perfetta, l'unione perfetta. Ed è quanto perseguono April e Frank, trasferendosi a vivere nel Connecticut, in un quartiere residenziale, dove il giardino domestico è ben curato, i due figli (un maschio e una femmina, come da copione idilliaco) giocano con i figli dei vicini e gli elettrodomestici funzionano magnificamente.
Tutto procederebbe lungo i binari d'una quieta, sia pur leggermente melensa, routine coniugale, quando a infrangere il fragile schema matrimoniale irrompe un'inquietudine esistenziale non dominabile. Un bicchiere di whiskey via l'altro, una lite alla quale segue un'altra lite, in breve formeranno una ragnatela di rancore, dentro alla quale i coniugi Wheeler non vogliono soffocare. Fuggire, ricominciare da capo in Europa, sarà per April l'unico miraggio… E la coppia romantica di Titanic, è lecito chiedersi, dov'è finita? Forse nel blocco di ghiaccio, dentro il quale si cristallizzano, oggi, le umane aspirazioni a scaldarsi il cuore con le più semplici aspettative: credere nell'altro, aver fiducia nel proprio partner, consegnarsi a qualcuno nella dialettica di un "tu" ed "io" più salvifica. E se non è possibile riavere indietro la vera coppia d'oro della Hollywood prima della severa crisi attuale, ovvero la Katharine Hepburn e lo Spencer Tracy di Indovina chi viene a cena?, così splendidamente solidali di fronte alle evenienze della vita, surrogare una possibile partnership in qualcosa di più rispondente ai tempi sembra un atto sincero.