PANETTONI SCADUTI
Esiste Babbo Natale? O meglio esiste ancora? Non è un anno felice per Santa Klaus, renne e co., almeno nella loro versione su pellicola: Oltreoceano commedie natalizie e film d'animazione per famiglie sono in via d'estinzione. Non che in Italia ce la passiamo meglio. Dopo quasi vent'anni di munifica se non onorata carriera, la coppia Massimo Boldi – Christian De Sica è arrivata al capolinea: quello a Miami è il loro – nostro? – ultimo Natale. La scadenza anticipata del nostrano cine-panettone è un segno dei tempi. Se nel nostro Paese siamo ancora alla sintomatologia, negli States il Babbo Natale in 35mm ha già iniziato a scrivere il testamento. Ma non si profila alcun erede designato nonostante una tradizione – in America, non in Italia – profondamente radicata nell'immaginario collettivo.

CONCIATO PER LE FESTE
Negli ultimi anni Santa Klaus ha ricevuto attacchi su più fronti: la neve zuccherina che lo ricopre si è sciolta per rivelare un'insospettabile cattiveria. Più che un Babbo Natale è un Babbo bastardo. Come quello con il ventre prominente dell'alcolizzato Billy Bob Thornton nell'omonima commedia di Terry Zwigoff, che vanta un record invidiabile: oltre 250 espressioni riprovevoli, un unicum nella filmografia natalizia. L'aria è decisamente cambiata e se ne è accorto anche Chris Columbus che ha fatto dietro-front dalla saga Mamma ho perso l'aereo sceneggiando per Joe Roth la Fuga dal Natale di Tim Allen e Jamie Lee Curtis, intenzionati a tenere in soffitta l'alberello per scappare ai tropici. L'epilogo pacificatorio non cancella l'ennesimo sfregio inflitto al Natale in un ribaltone anti-festivo a cui prendono parte anche il Grinch ed Elf.

NATALE IN BIANCO
Dopo tesi (Mamma ho perso l'aereo) e antitesi (Babbo bastardo, etc.), la sintesi natalizia è oggi da Chi l'ha visto?. Il Natale è desaparecido, non solo come contestualizzazione delle commedie sotto l'albero, ma anche quale finestra privilegiata per l'uscita dei blockbuster animati. Quest'anno orchi, pesciolini ed eroi in calzamaglia anziché ritagliarsi una bella settimana bianca, sono andati in bianco tout court.

DI TUTTO DI PIU'
La programmazione natalizia è sempre più indifferenziata rispetto a quella ordinaria. Perché dovremmo osservare le feste con le consuete commedie dolciastre e non piuttosto con un bel horror truculento? Per fortuna ci sono i fratelli Weinstein, che il 25 dicembre fanno uscire negli Usa il film di paura aussie Wolf Creek. Non solo, sempre a Natale escono The New World di Terrence Malick, ovvero il buio dietro i colori sfavillanti della Pocahontas disneyana, e Match Point di Woody Allen, con residenza nei territori della tragedia e solo occasionali domicili comici. Oggi 23 dicembre è la volta di Munich di Steven Spielberg, sulla risposta del Mossad all'omicidio degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Se qualcuno attende le poltroncine dei cinema per digerire il cappone natalizio, è meglio cambi destinazione.

MAGRE CONSOLAZIONI?
Per il dolce lo spettatore deve accontentarsi di estrapolare qualche fotogramma dell'amore tra la bella e la bestia di King Kong e seguire le Cronache di Narnia. Tratto dal secondo dei sette volumi della saga di C.S. Lewis, The Chronicles of Narnia: The Lion, the Witch and the Wardrobe ha un substrato ideologico di stretta osservanza biblica, con riferimenti diretti al Cristo. In ogni caso, chi vorrà cercarvi Babbo Natale starà fresco. Luminarie, presepi e alberelli? Quest'anno sono disponibili solo in home-video. Casa, dolce casa…