Mal comune, mezzo gaudio. Gli incassi cinematografici del triduo natalizio segnano profondo rosso, ma - secondo i dati diffusi da Cinetel - “in linea con il momento generale di contrazione dei consumi”: 18 milioni 470mila euro nel 24-25-26 dicembre di quest'anno contro i 21 milioni 249mila del 2010, con un - 13,08%; 2 milioni 520mila biglietti venduti nel 2011 contro i 2 milioni 966mila dello scorso anno, pari a -15,01%.
Insomma, anche il cinema paga la crisi, nonostante sia tradizionalmente il bene rifugio del tempo libero: la cattiva novella sotto l'albero è questa, l'evasione a “buon mercato” non paga più, e di fronte a una domanda che cala la qualità dell'offerta in sala non può essere trascurata.
Consideriamo, dunque, il Natale allargato dal 23 al 26 dicembre: Sherlock Holmes Gioco di ombre è primo con 4.593.360 euro, tallonato da Vacanze di Natale a Cortina con 4.344.323 euro, ben lontani dai 7.021.657 di Natale in Sud Africa del 2010. Insomma, il cinepanettone piange miseria, ma nemmeno la creatura di Conan Doyle rivista dal tamarro Guy Ritchie ride, mentre Pieraccioni ha dovuto addirittura cambiare titolo: da Finalmente la felicità a Purtroppo l'infelicità, quarto con soli 3.247.987 euro.
Ma non si può parlare di disaffezione dal cinema, se i canali tematici hanno fatto boom di telespettatori e il "vecchio" Midnight in Paris di Woody Allen ha portato a casa altri 436mila euro: c'è qualcosa di stantio in sala, basterà Checco Zalone per restituire il Buon Natale nel 2012?