L'imponente Statua della Libertà svetta ancora sul fiume Hudson. Con la fiaccola sempre salda nella mano destra, ma senza testa. Il manifesto di Cloverfield - prodotto da J.J. Abrams, creatore di Lost e Alias, scritto da Drew Goddard (spesso al fianco del primo in diverse serie TV) e diretto dall'esordiente Matt Reeves, nelle sale dal 1 febbraio - non poteva essere più eloquente: lo skyline di Manhattan devastato da un impatto di fuoco e nell'acqua una scia gigantesca che si dirige verso la città in fiamme. "Monstrous", "Furious", queste le due parole che da mesi campeggiavano in testa al poster del film, senza contare l'inevitabile rincorsa ad ipotesi e misteri da svelare che circolavano in rete da qualche tempo a questa parte: il ritorno di Godzilla o di qualche altro celebre mostro proveniente dalle leggendarie pellicole del Sol Levante? Non proprio, come svela il nuovo numero in edicola della Rivista del Cinematografo, considerando le parole dello stesso Abrams durante il Comic-Con dello scorso anno: "Quando ero in Giappone con mio figlio non facevamo altro che entrare nei negozi di giocattoli, sempre pieni di vari Godzilla e simili. Ho pensato che anche noi avevamo bisogno del nostro mostro". E così, con un occhio a H.P. Lovecraft e al suo celebre Cthulhu - gigante creatura dalle sembianze congiunte di piovra, drago ed essere umano - il produttore americano ha creato la nuova dirompente e spettacolare "minaccia" (Cloverfield, nome in codice con cui i militari USA etichettano il mostro per gli Stati Uniti d'America, salutata qualche settimana fa con 41 milioni di dollari d'incasso nel solo weekend d'apertura.