Nella conferenza stampa seguita alla proiezione del suo The Monuments Men presentato fuori concorso a Berlino, George Clooney, accompagnato da Matt Damon, John Goodman e Jean Dujardin, ha messo subito in chiaro una cosa: "Non potevo immaginare altra città che non fosse Berlino per la Premiere di The Monuments Men. Tanto che a Berlino, negli studi di Babelsberg, e in giro per la Germania, George il suo nuovo film lo ha anche girato. La pellicola ha fatto discutere molto, e Clooney da tre anni non aveva altro in testa. L'attore ha un legame speciale con la Berlinale.
"Già per il mio primo film da regista, Confessioni di una mente pericolosa, ho puntato su questo Festival, che amo moltissimo“. La condizione però era girarlo nella città del cinema berlinese di Babelsberg. "Girare a Babelsberg - conferma in conferenza - è un privilegio per qualunque regista. Qui è stata scritta la storia del cinema“. Ma è sul rapporto con Berlino che l'attore e regista mette l'accento. "Berlino è un città che ama il cinema. E la Berlinale è un Festival che si distingue soprattutto per un aspetto: qui conta la sostanza“.
Alla domanda su come sia arrivato all'idea di girare una commedia su temi forti quali Guerra e furto d'arte (da parte dei nazisti), Clooney risponde così: "Avevo appena girato Le Idi di Marzo e stavamo girando Argo, di cui sono coproduttore. Sapevo che il prossimo film sarebbe stato una commedia. Quello che non sapevo era che avrei girato una commedia che sarebbe stata accusata di cinismo“.
Far ridere su un tema così delicato e drammatico era una sfida. "L'ironia non toglie nulla alla storia“, rincara Matt Damon. Dove ha scoperto la vicenda incredibile di quel gruppo di soldati americani, i Monuments Men, che tra Francia Belgio e Germania alla fine della guerra hanno recuperato decine di migliaia di opere d'arte rubate e nascoste dai nazisti? "In un aeroporto. Lì mi sono imbattuto in un libro sui Monuments Men. Alla fine del volo l'avevo quasi finito e sapevo che sarebbe stato il mio prossimo film, col sorriso“. Un riferimento alla cronaca in chiusura di conferenza. Il film era sato appena finito di girare quando a Monaco di Baviera la polizia scopre nell'appartamento del collezionista Cornelius Gurlitt oltre 100 opere d'arte rubate o acquistate in circostanze oscure, quasi tutte provenienti da famiglie ebree. Questo il commento di Clooney sulla vicenda: "Una cosa inimmaginabile. Ma quello che è successo a Monaco è la conferma che questo è un tema che non smetterà mai di impegnarci. Si troveranno sempre opere d'arte rubate durante la guerra in qualche cantina in giro per l'Europa. Per questo è importante ricordare. E riflettere sull'importanza della restituzione“.